Harry, realizzato nel lavoro, ma con una situazione familiare precaria, incontra per caso Georges, un ragazzo down scappato da un istituto. L'uomo lo invita a casa sua e gli si affeziona. Tra i due, diversi sotto ogni punto di vista, nasce un legame molto profondo. Grazie a questo incontro la vita di Harry cambierà radicalmente.
Commedia dolceamara, con risvolti drammatici e comici, "L'ottavo giorno" ha il pregio di trattare in chiave prevalentemente surreale una vicenda che poteva facilmente cadere in toni sdolcinati. Van Dormael ha una grande inventiva visiva, un senso dell'umorismo sottile e non cede mai ai ricatti del soggetto. Jaco Van Dormael è un regista molto sottovalutato, almeno da noi, non fosse altro perché pochissimi suoi film sono stati visti dalle nostre parti, e soprattutto nel giusto modo (ovvero dando una certa visibilità). E’ proprio la visionarietà del regista a rendere meritevole un soggetto, di suo comunque non male, in immagini, donandogli connotati di una certa rilevanza, grazie ad una padronanza delle immagini rilevante. Un tocco che dona un equlibrio tra i sottotesti drammatici e più leggeri, che funziona davvero bene, senza cadere nella retorica, trovando anzi vie che danno vita a diverse situazioni molto riuscite.Un film che può apparire caricato e pretenzioso, finché, mettendosi in sintonia con il protagonista Georges, non ci rende conto che la cinepresa sta giocando a vedere il mondo con i suoi occhi stralunati, ma acuti e lucidissimi. Una pellicola "diversamente abile" nello sguardo. Un piccolo prodigio.
Kapu
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