sabato 22 giugno 2013

QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO (Milos Forman)


Titolo originale One Flew over the Cuckoo's Nest
USA 1975.
Un film di Milos Forman.
Con Jack Nicholson, Louise Fletcher, William Redfield, Will Sampson, Brad Dourif, Christopher Lloyd, Danny DeVito, Dean R. Brooks, Scatman Crothers, Vincent Schiavelli, William Duell, Mwako Cumbuka, Nathan George, Alonzo Brown, Peter Brocco, Josip Elic, Lan Fendors, Mimi Sarkisian, Mews Small, Louisa Moritz, Michael Berryman, Anjelica Huston, Ted Markland, Dwight Marfield, Ken Kenny, Delos V. Smith Jr., Philip Roth, Tin Welch, Mel Lambert, Kay Lee, Sydney Lassick
Drammatico, 
durata 133' min.
Finito in manicomio per sfuggire al carcere finisce con solidarizzare con i malati.
Randle McMurphy, arrestato per piccoli reati, viene portato in una clinica psichiatrica perché tenta di fingersi pazzo per sfuggire al carcere. Qui viene a contatto con gli altri pazienti dei quali diventa ben presto il beniamino: si prende gioco delle sedute di psicoanalisi, si improvvisa telecronista, organizza una piccola "gita" in barca. L'ospedale è diretto da una ferrea capoinfermiera, la signorina Ratched. McMurphy decide di fuggire. Con lui è un gigantesco indiano che si è sempre finto sordomuto. Prima di fuggire però McMurphy organizza una festicciola introducendo due ragazze tra i malati.
Un Nicholson in splendida forma dà corpo e anima a questo outsider, eroe suo malgrado. Il film si regge in fondo su di lui e soprattutto sulla sua contrapposizione all'infermiera, una grande Fletcher dalla recitazione tagliente. Forman tocca alcune corde dell'emotività facendo leva sui sentimenti più elementari. Tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, il film vinse cinque premi Oscar: film, regia, Nicholson e la Fletcher come protagonisti, e sceneggiatura.
Kapu

SOSTIENE PEREIRA (Roberto Faenza)


Italia, Francia 1995
Un film di Roberto Faenza.
Con Marcello Mastroianni, Stefano Dionisi, Daniel Auteuil, Nicoletta Braschi, Marthe Keller, Teresa Madruga, Nicolau Breyner
Drammatico, 
durata 104' min. -
Lisbona 1938. Un vecchio giornalista reagisce alla violenza del regime di Salazar.
In Portogallo la dittatura salazarista si è insinuata nel paese, mentre nella vicina Spagna dilaga la Guerra Civile e in Italia è al potere Mussolini. Pereira, un vecchio giornalista mite e grasso, vorrebbe ignorare tutto ciò, per occuparsi solo dei libri che ama. Spiato dalla sua portinaia, si accontenta di prestare orecchio alle notizie che gli propina il cameriere Manuel. Finché l'incontro con due giovani "sovversivi", Monteiro e Marta, lo mette di fronte all'incalzare della drammatica realtà.Faenza è il regista italiano più bibliofilo degli ultimi anni (da “Jona che visse nella balena” a “Marianna Ucrìa” fino a “I Viceré”) e l’inevitabile artefice di questa operazione cinematografica: scrupoloso e fedele della materia letteraria, asciutto quanto basta per risultare secco eppure evocativo, vince in partenza grazie all’impiego di un Marcello Mastroianni praticamente perfetto (anziano ed ingrassato, dubbioso fino a diventare risoluto, impacciato eppure elegante) e un’ambientazione non solo suggestiva, ma anche poco vista al cinema (un Portogallo che manifesta il suo splendore nelle scene delle cure termali di Pereira). Nel film c’è la critica lucida al totalitarismo e alla censura, al bigottismo e al servilismo, vale anche come ritratto di un uomo crepuscolare a cui la vita offre un’occasione per darvi un altro significato. Merito di un autunnale Mastroianni, che raggiunge l’apice della sua caratterizzazione nel bagno a mare.
Kapu

SUSANNA SIMONIN, LA RELIGIOSA (Jacques Rivette)

 
Titolo originale La religieuse (Suzanne Simonin, la religieuse de Diderot)
 Francia 1966
Un film di Jacques Rivette.
Con Francisco Rabal, Anna Karina, Micheline Presle, Liselotte Pulver, Francine Bergé, Christiane Lénier, Yori Bertin, Catherine Diamant, Gilette Barbier, Annik Morice,Danielle Palmero, Françoise Godde, Jean Martin, Marc Eyraud, Charles Millot
Drammatico,
durata 135' min. 
Costretta dalla famiglia a farsi suora, Suzanne passa ogni genere di guai. Prima trova una superiora dispotica, poi una troppo compiacente, quindi scappa con un frate e alla fine scappa dal frate stesso.
Capolavoro tratto da DIderot, il film di Rivette ebbe una sorte travagliatissima. Censurato e vituperato al momento dell'uscita nelle sale. E' un'opera controversa, che fece scandalo quando fu presentata al festival di Cannes nel maggio del 1966 e non ottenne il visto di censura per l'uscita nelle sale, venendo sbloccata soltanto nel luglio del '67, dopo un intervento personale di Godard che scrisse una lettera al ministro della Cultura Malraux, pubblicata su "Le Nouvel Observateur". Solo recentemente è stato possibile vederlo nella versione integrale. Dedicare la propria vita al Signore senza avere una reale vocazione è la stessa cosa che intraprendere una navigazione senza pilota. Più o meno suona così la chiosa finale di Jacques-Benigne Bossuet (XVII sec.), vescovo e predicatore 'scomodo' per la chiesa cattolica. La prevaricazione, la legge del più forte (e potente), lo sguardo del debole di fronte alle avversità insormontabili della vita: la messa in scena elegante e formale di Rivette suggerisce tutto questo e molto altro.
Kapu

THE TRACKER LA GUIDA (Rolf De Heer)


Australia 2002
Un film di Rolf De Heer. Con David Gulpilil, Gary Sweet, Damon Gameau, Grant Page, Noel Wilton Drammatico, 
durata 95 min.
Una guida aborigena e tre bianchi sulle tracce di un assassino.
1922. Tre poliziotti a cavallo - il Fanatico, il Segugio, il Veterano - condotti da un aborigeno (la Guida), si lanciano nell'inseguimento di un nero accusato di omicidio (il Fuggitivo) in una selvaggia terra australiana. La tensione sale; tra massacri e omicidi, nel gruppo cominciano i dissidi e le domande su chi comanda.
The Tracker è un film che lascia veramente stupiti. Non che sia un capolavoro, ma le intenzioni di optare per una scelta narrativa non mainstream sono evidenti, ben congegnate ed a tratti ben riuscite. Comunque un film assolutamente da vedere, una vera esperienza ed una sorta di uscita dalle troppe convenzionalità dalle quali siamo circondati. Il film tratta diversi temi, non facilmente esplicabili in queste poche righe: dal rapporto uomo-natura all'immagine dell'Altro, dalla religione alla giustizia e via dicendo, una sorta di cosmogonia di un piccolo angolo di mondo in un ben determinato lasso di tempo, che però riempie davvero e qualcosa lascia da pensare (e far riflettere oggi con un film è opera ardua). La regia è ottima. Bella la scelta di porre dei quadri esplicativi in luogo delle scene di violenza esplicita, buona la trattazione del tema dell'alterità e buono ancora il trattamento del tema sociale. Bravi gli attori, in particolare l'interprete della guida aborigena. La colonna sonora è magica, Canzoni interpretate da una voce roca e caldissima, veramente Black, che occupa una buona fetta del film e aiuta ad esplicare alcuni dei tratti dell'opera (i testi delle canzoni sono tradotti in sottotitolo), anche perchè quando parte la canzone i personaggi o sono in fasi di transizione o non parlano affatto, e quindi ci si focalizza sui testi delle canzoni, alcuni dei quali veramente eccezionali.
Kapu

VIRIDIANA (Luis Buñuel)



Spagna 1961
Un film di Luis Buñuel.
Con Francisco Rabal, Fernando Rey, Silvia Pinal, Victoria Zinny 
Drammatico, 
b/n durata 91' min. 
Prima di andare a prendere i voti, VIridiana va a trovare lo zio Don Juan. Questi s'innamora di lei e, non potendo far altro, s'impicca. Viridiana non partirà più. Uno dei capolavori di Bunuel, e il film che inaugura la sua seconda giovinezza. Viridiana è una santa impossibile, che attraverserà il mondo portando più morte e distruzione che bene.
Un film laicissimo e inquieto, la cui rappresentazione della religione lo ha reso scandaloso. Viridiana è la vittima sacrificale di un mondo retto dagli egoismi individuali piuttosto che dalla solidarietà che dovrebbe sorgere dalla condivisione di un destino comune. Scopre l'inutilità della sua opera pia, e il finale del film c'è la restituisce mentre sembra accogliere le ambigue lusinghe del cugino Jorge (Francisco Rabal), il simbolo del nuovo che avanza, la nuova borghesia che sta per prendere il posto della decadente classe dei vecchi proprietari terrieri (il passaggio simbolico dal padre Don Juan al figlio Jorge). Vistasi in mezzo all'arrivismo e all'ingratitutine umana, Viridiana sceglie la comodità della sua agiatezza economica alla santità di un percorso di fede che ormai gli appare come il simulacro del vero spirito cristiano. Grandi attori e grande film. Palma d'oro a Cannes in rappresentanza della Spagna.
Kapu

UN MALEDETTO IMBROGLIO (Pietro Germi)


Italia 1959
Un film di Pietro Germi. Con Claudio Gora,  Pietro Germi, Franco Fabrizi, Eleonora Rossi Drago, Cristina Gaioni, Claudia Cardinale, Nino Castelnuovo, Lilia Landi, Saro Urzì, Antonio Gradoli,Antonio Acqua, Pietro Tordi, Toni Ucci, Cristina Gajoni, Silla Bettini, Alida Chelli
Drammatico, 
durata 106' min.
Il commissario Ingravallo indaga su un furto, ma presto si trova alle prese con un assassinio. I due crimini sono collegati e, dotato di umanità quanto di acume, risolve il caso a modo suo.
Non facile e perciò ancora più apprezzabile, robusta trasposizione di uno dei maggiori romanzi del '900 italiano, Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, di Gadda. Al non-finale del libro Germi sostituisce una soluzione verosimile, trasformando il delirio metafisico in un semplice giallo. Ottimi i luoghi e le figure di contorno. Nel cast, la non ancora ventenne Claudia Cardinale. La canzone finale di Rustichelli, "Sinnò me moro", cantata da Alida Chelli (figlia del musicista) è un must. Quando il cinema italiano sapeva essere veramente grande con questi film che, senza essere dei capolavori, erano capaci di proiettare una chiara sensazione di bellezza.
Kapu

DR. PLONK (Rolf De Heer)


Australia 2007
Un film di Rolf De Heer. 
Con Nigel Lunghi, Paul Blackwell, Magda Szubanski 
Commedia, b/n 
durata 83 min.
È il 1907 ed il Dr. Plonk, famoso scienziato e inventore, calcola che il mondo finirà tra 101 anni a meno che non si agisca immediatamente. Come è sempre accaduto ai visionari nel corso dei secoli, Plonk viene deriso per le sue idee dai politici, dai burocrati e perfino dal suo fedele servitore, il sordomuto Paulus. Gli viene chiesta una prova ma l'unica prova accettabile è il futuro stesso che sta finendo. Plonk inventa così una macchina del tempo. In rapida successione, Tiberius il cane, Plonk e Paulus visitano il futuro, 100 anni dopo; perfino il Primo Ministro Stalk e la Sig.ra Plonk effettuano il viaggio. Non tutti ritornano, ma tutti trovano il 2007 leggermente diverso rispetto a quello che si aspettavano. 
E ora qualcosa di completamente diverso. Gag e magia. Bianco&nero e cinepresa a manovella. Anzi no, a dire il vero trattasi di una macchina da presa. Non siamo all’epoca del muto, siamo in Australia oggi. Ma per girare Dr. Plonk, l’eclettico regista Rolf De Heer ripesca a piene mani in oltre vent’anni di cinema (delle origini), e ci regala un’esperienza assolutamente unica e originale. Una commedia muta - con tanto di didascalie e musica di sottofondo - omaggio filologico al cinema che fu. Con il pretesto di mettere uno scienziato dei primi del ‘900 a contatto con il futuro, si riportano in vita in un colpo solo: i Lumière (l’uscita dalla fabbrica e il passaggio del treno), Méliès (i trucchi di magia e il Professor Mabouloff di Viaggio attraverso l’impossibile), i viaggi nel tempo e un pattern slapstick che è omaggio ai lavori di Sennett e Roach, e agli attori Keaton e Chaplin. In tutto e per tutto identico agli originali, vedendo i quali però i sentimenti non possono che essere altri. Quanto al presente, l’apologo è grave. Fa capolino una Tv, e lo strano comportamento di alcuni esseri umani ipnotizzati di fronte ad essa. Da vedere, per farsi venir voglia di tornare alle “origini”.
Kapu

BAD BOY BUBBY (Rolf De Heer)


Italia, Australia 1993
Un film di Rolf De Heer. 
Con Nick Hope, Claire Benito, Ralph Cotterill, Carmel Johnson 
Commedia, 
durata 114' min.
È da trentacinque anni che Bubby vive in una stanzetta senza finestre, solo, con sua madre e un gatto. La vita in casa procede tranquilla: Bubby e la mamma fanno il bagno insieme, vanno a letto insieme e non solo per dormire. Poi un giorno arriva papà e per Bubby non c'è altra soluzione che ripetere il trattamento riservato al gatto: avvolgere nel domopack i genitori e farli morire d'asfissia.
Vero, grottesco, con punte drammatiche e momenti esilaranti, Bad Boy Bubby è il frutto curioso di una stravagante combinazione produttiva. Domenico Procacci, barese di nascita, romano d'adozione è uno dei produttori sicuramente più interessanti della nostra giovane generazione (Il Grande Blek di Giuseppe Piccioni, La stazione e La bionda di Sergio Rubini, La corsa dell'innocente di Carlo Carlei, di cui molto si è parlato in America e praticamente mai visto in Italia) decide di cambiar aria e va a lavorare agli antipodi, in Australia, con un socio, Giorgio Draskovic, che ha distrubuito in quel paese La stazione. Scritta e diretta dall'australiano Rolf de Heer (solo al terzo film, ma con una lunga esperienza video e televisiva), nasce così la storia inquieta e stimolante di un giovanotto strano e piuttosto disturbato che esce a scoprire il mondo dopo trent'anni trascorsi, letteralmente, in prigionia: una stanzaccia fatiscente, dove fin dalla nascita è stato nutrito, accudito e usato (anche sessualmente) da una madre orrenda e corpulenta. Piena di ironia, di libertà e di voglia di inventare, l'avventura di Bubby è stata una delle sorprese piacevoli della Mostra di Venezia del 1993 dove era in concorso. Bellissimo
Kapu

BALLA LA MIA CANZONE (Rolf De Heer)


Titolo originale Dance Me to My Song
Australia 1998
Un film di Rolf De Heer.
Con Rena Owen, Heather Rose, Joey Kennedy, John Brumpton .
Drammatico,
durata 102 min.
Il centro del coraggio è Julia, una ragazza spastica condannata dalla malattia a dover dipendere dagli altri e in particolare da Madaleine, la sua assistente sociale. Madeleine però, vittima delle sue inconsistenti storie d'amore e incapace di provare qualsiasi sentimento, è una psicotica abile solo a scaricare le sue frustrazioni sul più debole. Julia, al contrario, nonostante comunichi solo attraverso un sofisticato computer vocale, trasmette al prossimo una straordinaria voglia di vivere e di amore.
Sul rapporto tra Julia e Madeleine, Rolf De Heer, già regista di "Bud Boy Bubby", imbastisce una sofisticata lezione sul concetto di normalità. Scritto e interpretato dalla rivelazione Heather Rose, il film non la rende un fenomeno da baraccone o un oggetto di pietà, ma un personaggio drammatico che racconta i suoi bisogni e il suo dolore quotidiano, con una dignità che le conferisce un fascino in grado di catturare personaggi e spettatori.
Kapu

ARRIVANO I FLODDER (Dick Maas)


Titolo originale Flodder
Olanda 1986
Un film di Dick Maas.
Con Huub Stapel, Nelly Frijda, René Van't Hof
Comico, Grottesco
durata 108 min.
Famiglia olandese di emarginati, ma per niente complessati, viene trasferita dal Comune in un quartiere di gente-bene. Dapprima seminano lo scandalo tra i borghesissimi residenti, poi scatenano nel quartiere l'anarchia più totale. In un quartiere per benestanti pensionati e casalinghe annoiate arrivano i Flodder, simpaticissima e casinista famigliuola composta da una madre ubriacona ( si produce il whisky in cantina probabilmente distillando del legno.. ) e i suoi 5 figli/e tutti di padre diverso. Il primogenito e' saggio e sveglio e anche figaccione, la sorella ninfomane, il terzogenito pensa solo a fare sesso, anche con la sorella, il piu' piccolo e' innocuo ma viene accusato ingiustamente di rubare dagli abitanti del quartiere che cosi' sperano che la loro noiosissima pace torni a regnare e che i Flodder smammino...ma non tutti la pensano cosi; la prepotente arroganza dei Flodder e i loro interessi terra terra (alcool, sesso, droghe leggere, casino) sono per alcuni quello che avevano dimenticato: vita, risate, divertimento. Anarchico e irriverente, bellissimo nella sua grevità
Kapu

  

HOLLYWOOD PARTY (Blake Edwards)

Titolo originale The Party
USA1968.
Un film di Blake Edwards. Con Peter Sellers, Claudine Longet, Natalia Borisova, Jean Carson, Marge Champion., Al Checco, Corinne Cole, Dick Crockett, Frances Davis, Danielle De Metz,Herbert Ellis, Paul Ferrara, Steve Franken, Kathe Green, Allen Jung, Denny Miller, J. Edward McKinley, Gavin MacLeod
Commedia
durata 98 min. 
L'attore indiano Hrundi V. Baksh, assunto come comparsa in un film, si dimostra talmente maldestro da distruggere il set. Viene cacciato ma, per sbaglio, la sera stessa viene invitato a un party nella villa del produttore. Con le sue gaffe a raffica, che provocano disastri, che a loro volta provocano altre gaffe, semina scompiglio dappertutto. È forse il punto più alto raggiunto dalla coppia Edwards/Sellers. A ogni gag se ne sovrappone un'altra in un crescendo di comicità, ad un ritmo rallentato e inesorabile. Sberleffo estremo verso il mondo di Hollywood e manifesto anarco-pop senza freni. "Un film eccezionale, con una "lentezza" calcolata per alcune gag che può sembrare datata a qualche spettatore troppo giovane e troppo debitore verso il ritmo sincopato della MTV".Questo dice il Mereghetti su Hollywood Party. Non ha tutti i torti.
Kapu

I GUERRIERI DELLA NOTTE (Walter Hill)

Titolo originale The Warriors.
USA 1979
Un film di Walter Hill.
Con Michael Beck, James Remar, Dorsey Wright, Brian Tyler, David Harris, Tom McKitterick, Marcelino Sánchez, Terry Michos, Deborah Van Valkenburgh, Roger Hill, David Patrick Kelly, Lynne Thigpen, Ginny Ortiz, Mercedes Ruehl, John Snyder  
Drammatico, 
durata 92 min.
Bande giovanili di New York per uno spaccato sulla violenza metropolitana.
Durante il meeting indetto per mettere pace tra le bande di New York, viene ucciso Cyrus, l'organizzatore dell'incontro. Dell'omicidio vengono accusati i Warriors, e per loro il ritorno a casa sarà sanguinoso e pieno di agguati. All'alba, raggiunta la spiaggia di Coney Island, i Warriors dovranno sostenere la sfida finale... 
Una sorta di western metropolitano con dosi esorbitanti di musica e di violenza. La sequenza iniziale è straordinaria, lo scontro con la banda femminile è da antologia, quello con le mazze da baseball è da infarto. Ispirato all'Anabasi di Senofonte, ha generato un vero e proprio filone apocalittico-metropolitano.
Kapu

IDIOTI (Lars Von Trier)

Titolo originale Dogme 2 - Idioterne.
Danimarca 1998
Un film di Lars von Trier.
Con Jens Albinus, Bodil Jorgensen, Knud Romer Jorgensen, Louise Hassing, Louise Mieritz, Troels Liby, Nikolaj Lie Kaas 
Drammatico, 
durata 112' min.
Un gruppo di giovani si ritrova in una casa di periferia per tentare di praticare l'assoluta idiozia, di rinunciare al controllo non secondo le "regole della follia", ma secondo l'impresentabilità dei tonti. Gli idioti disturbano nei ristoranti, scandalizzano il vicinato e gli assistenti sociali, corrono nudi per strada, si abbandonano alle ammucchiate. 
Il Dogma dice: non usare set costruiti, musica da film, supporti per la macchina da presa, trucchi o filtri; gira a colori, in 35 mm e dal vivo; e, soprattutto, non firmare, non essere Artista. Lars von Trier vive di contraddizioni ma è l'unico a voler rifondare l'innocenza (perduta) del cinema. Per la sua critica alla società che maltratta i diversi Lars Von Trier sceglie la via più vera! Un film girato come un reportage amatoriale senza musiche esterne, etc. (leggetevi il manifesto del Dogma95) per entrare nel realismo assoluto dell'azione. Questo è cinema autentico al 100%. Stavolta il maestro danese realizza il suo capolavoro. Il film contiene anche esplicite scene di sesso hardcore rimaste anche quando il divieto è stato abbassato dai minori di 18 anni a quello di 14!!!
Kapu

IL MAESTRO E MARGHERITA (Aleksandar Petrovic)

Italia 1972
Un film di Aleksandar Petrovic.
Con Ugo Tognazzi, Mimsy Farmer, Bata Zivojinovic, Alain Cuny, Ljuba Tadic, Eva Ras 
Drammatico, 
durata 100' min. 
Nel 1925 a Mosca si stanno svolgendo le ultime prove del dramma "Ponzio Pilato" di Nicolaj Maksudov. Spaventato da alcune frasi contenute nel testo, secondo le quali ogni potere è contro la libertà, il direttore del teatro ricorre al presidente dell'Associazione scrittori proletari per bloccare lo spettacolo. Nella storia fa capolino Satana nei panni di Woland maestro di magia nera, assistito da Azazillo e Koroviev. Neppure il diavolo però riesce a impedire la sospensione dell'allestimento. Non va meglio neppure a Margherita, moglie di un poliziotto innamorata di Nicolaj.
Kapu

ELVIRA MADIGAN (Bo Widerberg)

Svezia 1967
Un film di Bo Widerberg. 
Con Thommy Berggren, Pia Dagermark, Lennart Malmer, Cleo 
Drammatico, 
durata 90' min. 
Per amore di Elvira Madigan, celebre equilibrista, il conte Sixten Sparre pianta in asso famiglia ed esercito. Efficacemente sottolineata dalle splendide musiche di Mozart, è la storia di una tragica passione, ispirata a un fatto di cronaca, raccontata con raffinatezza di immagini, in un clima di rarefatta suggestione.
Kapu

TABU' GOHATTO (Nagisa Oshima)

Titolo originale Gohatto
Giappone1999.
Un film di Nagisa Oshima. Con Takeshi Kitano, Shinji Takeda, Ryuhei Matsuda, Tadanobu Asano, Koji Matoba, Tadanobu Asano .
Storico, drammatico
durata 100 min. 
Un omicidio scuote il mondo chiuso dei samurai.Giappone, 1865, verso la fine dell'era Edo: nel Paese sull'orlo della guerra civile, i samurai fedeli agli Shogunati (e quindi alla conservazione) si costituiscono in scuole dove addestrano i guerrieri a contrastare i rivoluzionari e a mantenere l'ordine sociale. In una di queste, la Shinsen-gumi, il giovane ed effeminato cadetto Kano viene corteggiato dai colleghi e da alcuni ufficiali. Il ragazzo è forse innamorato di Tashiro, il suo primo compagno d'armi. Quando un superiore viene trovato ucciso, è proprio Tashiro a essere sospettato dell'omicidio... Oshima crea una fantasmagoria che proietta la sua luce sulla Storia (quella giapponese di fine '800, a un passo dalla disgregazione) e su un microcosmo chiuso, ancora una volta di guerrieri, come ai tempi di _Furyo_ (1983). Di fronte alla potenza devastatrice dell'Eros, la prima istituzione a subire i contraccolpi del disordine e della trasgressione è proprio il "gohatto", il severissimo codice di disciplina dei samurai. Ma è a livello personale che ogni inibizione si rivela illusoria (grande il sergente che cerca di resistere alla seduzione). Accompagnato dalle ipnotiche armonie di Ryuichi Sakamoto, il maestro nipponico conduce lo spettatore in un viaggio sempre più visionario e ormai del tutto interiore, che trova la sua resa dei conti - anche estetica - nella splendida sequenza finale, quando Kitano (il vicecomandante) cerca di capire quale versione dei fatti sia credibile. Senza sapere che la verità non esiste: ci sono solo storie.
Kapu

LA VIA LATTEA (Luis Buñuel)

Titolo originale La voie lactée
Francia 1968
Un film di Luis Buñuel. Con Christine Simon, Pierre Clémenti, Georges Marchal, Michel Etcheverry, Agnès Capri, Ellen Bahl, Julien Bertheau, Muni, Claude Cerval, François Maistre,Bernard Verley, Edith Scob, Alain Cuny, Laurent Terzieff, Michel Piccoli, Paul Frankeur
Drammatico,
durata 102' min. 
Due vagabondi (Frankeur e Terzieff) vanno dalla Francia al santuario di Santiago de Compostela, in Spagna, mandati da uno strano individuo in cappa e cappello. Fra incontri, racconti, rievocazioni, apparizioni e altri espedienti narrativi, il loro diventa un viaggio attraverso venti secoli di cristianesimo, di conflitti dottrinari, di disquisizioni, di eresie, di anatemi, di miracoli, in un curioso e spregiudicato assemblaggio.
L' "ateo per grazia di Dio" Buñuel (con l'ausilio di Jean-Claude Carrière per la sceneggiatura) offre una personalissima rivisitazione della storia della Chiesa, condotta con arguta manipolazione delle fonti dottrinali. Un limpido e geniale viaggio metastorico, di un vecchio surrealista mai pentito.
Kapu

L'INCIDENTE (Joseph Losey)

.

Titolo originale The Accident
Gran Bretagna1967.
Un film di Joseph Losey.
Con Dirk Bogarde, Stanley Baker, Jacqueline Sassard, Michael York, Vivien Merchant, Delphine Seyrig, Alexander Knox, Ann Firbank, Brian Phelan, Terence Rigby, Freddie Jones, Caroline Caplin
Drammatico, 
durata 104' min. 
All'università di Oxford Charley e Stephen, due maturi professori, si invaghiscono di Anna, una studentessa appena arrivata. A complicare le cose interviene il corteggiamento del govane studente William che presto diventa il fidanzato della ragazza. Quando William muore in un pauroso incidente a pochi metri dalla casa di Stephen, quest'ultimo seduce Anna ancora sotto shock.
Sceneggiato da Harold Pinter da un romanzo di Nicholas Mosley, il film è un gelido e spietato ritratto delle ipocrisie e delle perversioni che si nascondono dietro le strutture tradizionaliste ed elitarie di una struttura come l'università di Oxford. Pulsioni selvagge mischiate alle cieche ritualità delle convenzioni.Attori strepitosi e la coppia Losey e Pinter al suo massimo splendore.
Kapu

L'OCCHIO CHE UCCIDE (Michael Powell)

Titolo originale Peeping Tom.
Gran Bretagna 1960Un film di Michael Powell.
Con Karlheinz Böhm, Anna Massey, Moira Shearer, Esmond Knight, Maxine Audley, Brenda Bruce, Miles Malleson, Michael Goodliffe, Martin Miller, Jack Watson, Shirley Ann Field, Pamela Green
Poliziesco,
durata 109' min.
Il cineoperatore Mark Lewis uccide una serie di ragazze con una strana arma montata sulla cinepresa. Il rituale prevede che le vittime si vedano allo specchio nell'attimo in cui muoiono. Le ragioni della sua perversione sono da rintracciare nella sua infanzia, sconvolta dalle abitudini sadiche del padre che lo utilizzava come cavia per esperimenti psicologici. L'incastro dei punti di vista e degli intrecci psicologici e metacinematografici è ancora evidenziato dall'ambiente in cui ovviamente lavora Mark, un set, un ambiente che è tratteggiato con riuscito senso dell'umorismo che si incastra perfettamente con la scabrosità e la tensione della vicenda senza intaccarne assolutamente la credibilità, anzi rimettendo in campo con fare squisitamente burlesco la figura del regista, qui un estroverso urlante, come tratteggiato in modo esilarante dallo psichiatra che assiste l'attrice imbranata, shockata dalla scoperta di un cadavere durante le riprese e ormai traumatizzata alla sola vista di qualcosa di rosso.
Questo di Powell è un infinito capolavoro che si concentra sulle meccaniche della visione, del voyeurismo cinematografico, della morale comune, dell'arte di guardare (a cavallo fra morte e assoluto).A questo punto è forse superfluo aggiungere che si possa considerare Peeping Tom un capolavoro. Da vedere e stravedere.
Kapu

IL TIRANNO BANDERAS (José Luis Garcia Sánchez)

Titolo originale El tirano Banderas.
Spagna, Cuba, Messico 1994.
Un film di José Luis García Sánchez.
Con Gian Maria Volonté, Ana Belen, Juan Diego  
Drammatico, 
durata 91' min.
In un imprecisato paese dell'America latina begli anni '20 il dispotico caudillo Santos Banderas governa con il terrore e la repressione più feroce. Soltanto nei rapporti con la figlia (A. Belén) rivela la sua umanità, pur con una vena di sadomasochismo. Santos Banderas (Volonté), il despota di un non precisato stato latino americano, regge il proprio tirannico potere sul sangue degli oppositori e degli ex amici caduti in disgrazia, fra la connivenza dei debosciati dignitari spagnoli e dei notabili locali. Ma il giorno in cui Banderas ordina la morte di un suo fedele ufficiale questi passa dalla parte degli indios e ne guida la rivolta. Men che mediocre adattamento di un romanzo (1926) di Ramón María del Valle-Inclán, nonostante l'apporto dello spagnolo Rafael Azcona. È la seconda volta che Sánchez si cimenta con un romanzo di Valle-Inclán (Divinas palabras), e anche qui sbaglia. Sembra che il suo motto sia "Facciamogli del male". C'è G.M. Volonté (1933-94), però, e fu il suo ultimo film: è di un istrionismo mimetico sublime o insopportabile, secondo i gusti. Gli estremi si toccano.
Kapu

QUARTO COMANDAMENTO (Bertrand Tavernier)

Titolo originale La passion Béatric
Francia 1987
Un film di Bertrand Tavernier.
Con Julie Delpy, Bernard-Pierre Donnadieu, Monique Chaumette 
Drammatico, 
durata 131' min.
Nei primi anni del 1300 un gentiluomo francese lascia il suo castello per andare in guerra. Il piccolo François non fa a tempo a salutare il genitore che sorprende la madre nel letto con l'amante. Il ragazzino non ci pensa due volte e uccide l'uomo. Cresciuto, François parte in guerra, accompagnato dal figlio Arnaud, lasciando a casa la moglie e la figlia Beatrice. I due, dopo quattro anni di prigionia, tornano a casa e François, innamoratosi della figlia, la violenta.
Ispirato al "Beatrice Cenci" di Riccardo Freda, allora amico di Tavernier, un melodramma complesso ma affascinante. Rigorosa l'ambientazione medioevale, su sonsulenza di Jacques Le Goff.
Kapu

IL ROSSETTO (Damiano Damiani)

Italia 1960
Un film di Damiano Damiani.
Con Georgia Moll, Pierre Brice, Pietro Germi, Laura Vivaldi, Nino Marchetti, Fedele Gentile, Giorgia Moll, Ivano Staccioli, Lia Angeleri, Bella Darvi, Renato Malavasi 
Drammatico, 
b/n durata 94' min.
La dodicenne Silvana De Carli (Vivaldi) si innamora, ovviamente non ricambiata, del trentenne Gino (Brice), fidanzato con Lorella (Moll). Stando sulle tracce del suo uomo, la ragazzina lo vede un giorno uscire dalla casa dove è stato commesso un omicidio. Gino confida al commissario Fioresi (Germi), che si occupa del caso, le fastidiose attenzioni che deve subire da parte di Silvana.
Giallo-poliziesco italianissimo, ma di chiara influenza americana che viene ricordato principalmente per due motivi: si tratta dell'esordio di Damiani dietro la macchina da presa e di una grande prova (come sempre, d'altronde) di Germi attore. Peraltro il suo commissario ricorda molto da vicino quello appena interpretato nella sua stessa regia del Pasticciaccio brutto (Un maledetto imbroglio). Il rossetto 'galeotto' è quello che la tredicenne usa, attirandosi accuse e infamie dal pensiero perbenista di quegli anni.
Kapu

I DIAVOLI (Ken Russell)

Titolo originale The Devils.
Gran Bretagna 1970
Un film di Ken Russell.
Con Oliver Reed, Max Adrian, Vanessa Redgrave, Dudley Sutton, Gemma Jones, Murray Melvin, Michael Gothard, Georgina Hale, Brian Murphy, Christopher Logue, Graham Armitage, John Woodvine, Andrew Faulds, Kenneth Colley, Judith Paris
Drammatico, 
durata 109' min. - 
Strepitosa, urlante baraonda sull'assurdità delle prevaricazioni, sulla odiosa, ipocrita, malsana, diabolica connivenza di potere politico e autorità spirituale, che materializzano e volgarizzano quelli che dovrebbero essere i Valori di una società, li degradano a torture assurde, stupide, contraddittorie, sadiche. E' il male che inganna, la vera essenza del demonio è la menzogna e la sua contraffazione, il vero male non ammette nemmeno sé stesso, è la pura negazione, sempre, è la diffamazione, la sofferenza fisica e spirituale, l'assenza di qualunque carità o comprensione. Lo stile scatenato del cattolico Ken Russell mostra implacabile torti e ragioni di entrambe le parti, vuole assalire le coscienze di tutti gli spettatori, credenti o meno, laici e prelati: è un film ovviamente messo al bando a causa della sua scomodità e della cecità degli accusatori, di ieri come forse anche di oggi, anche se i tempi dovrebbero essere più maturi, o forse no. Eccezionali l'uso del grandangolo, delle scenografie di Derek Jarman, la passione delirante degli attori schierati, le scelte registiche e di montaggio, la musica possessiva e penetrante del grande compositore Peter Maxwell Davies. Inquadratura finale da antologia: sghembi pali con sopra issati contorti corpi decomposti, adagiati su ruote
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