sabato 29 giugno 2013

L'ATALANTE (Jean Vigo)



Un film di Jean Vigo. Con Michel Simon, Dita Parlo, Jean Dasté, Gilles Margaritis, Louis Lefebvre, Maurice Gilles, Raphaël Diligent, Claude Aveline Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 89' min. - Francia 1934

Appena sposati, Jean e Juliette salpano con il battello fluviale di lui, l'"Atalante". A bordo il marinaio Père Jules tenta di sedurre la donna, così come farà anche un vagabondo. Fuga di Juliette, disperazione di Jean, ritorno della donna.
Realismo poetico con squarci surreali e sfumature anarchiche, L'Atalante è diventato uno dei film più amati della storia del cinema, nonostante gli interventi della censura e l'incomprensione che accompagnò il film al momento della sua uscita. Il regista morì a soli 29 anni di tubercolosi poco dopo la fine delle riprese, e la casa di produzione Gaumont lo tagliò selvaggiamente, riducendolo da 89 a soli 65 minuti; solo nel 1990 sarebbe stato ricostituito nella versione originaria. La trama riprende un soggetto piuttosto convenzionale, che è del tutto sovvertito dall'originalità e dall'audacia della visione registica di Vigo. Cos'altro aggiungere? Che si tratta di un’opera di radicale rottura nel cinema francese dell’epoca, perché è tutta tesa a creare una poesia del quotidiano e degli affetti coniugali che ricorda quella del Murnau di Aurora (seppure in un contesto meno tragico). Che è un film ancora fresco e per nulla invecchiato, con audaci tocchi di erotismo, squisite notazioni comiche e parentesi quasi documentaristiche su una Parigi magica e insolita. Che vi sono molte sequenze entrate nella storia del cinema, dall’immersione sottomarina con la visione del “fantasma” di Juliette (diventata la sigla di Fuori orario) alla scena ambientata nella cabina di Papà Jules che mostra i suoi tesori a Juliette, dai carillons a una marionetta che fa il direttore d’orchestra, alla scena della balera con l’infido venditore che corteggia la donna, fino alla riconciliazione finale nell’emozionante happy ending. Tra gli attori, il più memorabile è certamente Michel Simon, irriconoscibile nei panni del burbero Père Jules con il corpo coperto di tatuaggi, ma anche Dita Parlo e Jean Dasté assolvono al loro compito con la giusta espressività e con un’adeguata prestanza fisica. Ottima colonna sonora di Maurice Jaubert e fotografia di Boris Kaufman, fratello del regista Dziga Vertov. In Francia (e non solo) è divenuto un cult assoluto anche perché è stato amato da molti registi, fra cui Truffaut, che si ispirarono alla lezione di Vigo. "Vigo trasforma la realtà in incantesimo e nel filmare prosa ottiene senza sforzo poesia." (cit. François Truffaut).
Kapu

1 commento:

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