sabato 29 giugno 2013

IL DIARIO DI UNA CAMERIERA (Luis Buñuel)



Un film di Luis Buñuel. Con Michel Piccoli, Jeanne Moreau, Georges Géret, Bernard Musson, Daniel Ivernel, Françoise Lugagne, Muni, Jean Ozenne
Titolo originale Le journal d'une femme de chambre. Drammatico, b/n durata 97' min. - Francia, Italia 1964

Prima metà degli anni '20. La parigina Célestine trova lavoro come cameriera presso una ricca famiglia di provincia. È costretta a fronteggiare le avances del fetiscista padrone di casa, tra l'altro scopre che il giardiniere Monteil è un maniaco che uccide bambine. L'ascesa sociale della donna si compie quando riesce a sposare un ufficiale rimbambito. 
"Un domestico non è un essere normale. Non è neppure un essere sociale... È un miscuglio, un'accozzaglia di lembi e frammenti che non legano tra loro, che non si adattano l'uno all'altro... Peggio: è un mostruoso ibrido umano... Non è più del popolo, da cui esce; non è ancora della borghesia, in cui vive e a cui tende... Del popolo che ha rinnegato, ha perduto il sangue generoso e l'ingenua forza... Della borghesia ha assunto i vizi vergognosi, senz'avere acquistato i mezzi per soddisfarli". Questa frase è tratta dal romanzo Le Journal d'une femme de chambre (Il diario di una cameriera)di Octave Mirbeau pubblicato a Parigi proprio nell'anno 1900. Da questo romanzo Bunuel assieme allo sceneggiatore Jean-Claude Carriere (alla loro prima collaborazione), prendono spunto per trasferire le vicende narrate, nella Francia degli anni 30. Luis Buñuel, ci offre un caustico ritratto della provincia francese che, dietro una parvenza di rispettabilità, nasconde torbide ossessioni. Biopsia di una borghesia in nero. Incisione a freddo della carne morta di una obsoleta e sterile borghesia classista e viziosa dove nessuno si salva. Sotto l’aura di benestante perbenismo le malattie vere o presunte, vizi palesati o nascosti, desideri soffocati frantumano gli animi umani, ne tritano il già affettato linguaggio sempre ostile e minaccioso. Oggetti di un valore relativo ingombrano la vita di questi personaggi e ne sanciscono la povertà d’animo delegati come sono a sublimare la grandezza perduta dell’uomo in una sorta di blasfema transustanziazione.
Kapu

1 commento:

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