sabato 29 giugno 2013

IL VIAGGIO DI FELICIA (Atom Egoyan)

Locandina Il viaggio di Felicia

















Un film di Atom Egoyan. Con Bob Hoskins, Peter McDonald, Elaine Cassidy, Arsinée Khanjian Titolo originale Felicia's Journey. Drammatico, durata 115 min. - Gran Bretagna, Canada 1999.

In una grande casa di Birmingham, Joseph, corpulento scapolo, sta seguendo la videocassetta di un vecchio programma di cucina. Passo dopo passo Joseph esegue la ricetta e poi si siede a mangiare. Sul traghetto dall'Irlanda arriva una ragazza che viaggia portando con sé soltanto il suo zainetto. Felicia sta cercando Johnny, il ragazzo di cui è innamorata, emigrato in Inghilterra per fare l'operaio, così pensa lei. Alla fine della sua giornata di lavoro, uscendo dal parcheggio, Joseph adocchia la ragazza e le dà qualche indicazione su dove possa trovare il fidanzato. 
Una storia di madri e di figli, di padri e di figlie. Una storia silenziosa e, talvolta, raccapricciante, nella quale due personaggi, ugualmente solitari e in qualche maniera “diversi”, si incontrano per lo spazio di un incubo. Le citazioni hitchcockiane non sono casuali: è Atom Egoyan che le dissemina apertamente in un film di ambiguità sottile e tormentata, costruito con meticoloso dolore. “Il viaggio di Felicia” non è un urlo straziato come “Il dolce domani”, ma un singhiozzo costante e soffocato, un viaggio nell’infelicità repressa, nel passato che non muore. e’ un’opera ammirevole per la sobrieta’ con cui tratta un nucleo tematico complesso che comprende temi come la devianza, l’aborto, la sofferenza, il bisogno di conforto reciproco, il miraggio di un sollievo catartico. Risvolti psicologici, religiosi, morali e sociali si incorporano in una sofisticata (mai artificiosa, geniale nella parte centrale del film) struttura narrativa. Un immenso Bob Hoskins rende al meglio l’ambiguita’, lo strazio e l’umanita’ del suo indimenticabile personaggio. Pur sotto il velo di un immaginario morboso e malato, quello di Egoyan e’ un cinema della sofferenza, del dolore, ma anche della speranza. Un cinema mai immediato, qualche volta astruso e irrisolto, ma non in questo caso: “Il viaggio di Felicia” e’ uno di quei film che restano.

tres  

1 commento:

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