venerdì 28 giugno 2013

NOTTURNO BUS ( Davide Marengo)

Locandina Notturno Bus












Un film di Davide Marengo. Con Giovanna Mezzogiorno, Valerio Mastandrea, Ennio Fantastichini, Anna Romantowska, Roberto Citran,  Francesco Pannofino, Ivan Franek, Antonio Catania, Iaia Forte, Marcello Mazzarella, Manuela Morabito
Commedia, durata 104 min. - Italia 2007. uscita venerdì 11 maggio 2007

Franz è un conducente di autobus che anche nella vita ha sempre guardato nello specchietto retrovisore. Una notte sul suo bus deserto incontra per caso Leila, una ragazza in fuga coi boccoli rossi e i piedi scalzi. Non fa in tempo a negarle una sigaretta che la donna si è già liberata della sua parrucca e si è infilata nel suo letto, ma soltanto per avere un posto in cui passare la notte e nascondersi. L'affascinante donna con gli occhi da gatta è infatti una scaltra e bugiarda truffatrice il cui primo colpo risale ai suoi tre anni. Inseguita da una coppia di grotteschi killer, il caciarone iperviolento Garofano, e il laconico e spietato torturatore dallo stomaco debole Diolaiti (che ricorda un po' la coppia pulp Vince Vega/ Jules Winnfield), oltre che da un romantico agente dei servizi segreti, la ragazza cercherà protezione sull'autobus notturno di Franz "cuor di leone" (come lo chiama lei). Lui, filosofo mancato, "normalmente vile" e braccato a sua volta per debiti di gioco da un energumeno fondamentalmente buono di nome Titti, cercherà con scarsi risultati di resistere a quello che dopo anni di terapia ha inquadrato come il prototipo della donna sbagliata.
Sui toni della commedia sentimentale si dipana questo noir italiano tratto dall'omonimo romanzo di Giampiero Rigosi, che dalla pagina allo schermo ha visto un cambio d'ambientazione dalla forse più "noir" città di Bologna alle strade umide e deserte della notturna metropoli romana, ottimamente fotografata in toni bluastri da Arnaldo Catinari. Dietro la macchina da presa c'è Davide Marengo, al suo esordio nel lungometraggio di finzione, ma già navigato regista di videoclip musicali (Fiori d'arancio e L'ultimo bacio di Carmen Consoli) e soprattutto del documentario sulla musica popolare pugliese Craj (Premio "Lino Miccichè" al Festival di Venezia 2005), che dimostra di sapersi muovere con disinvoltura nel territorio del cinema di genere, o sarebbe meglio dire "di generi": Notturno bus riprende infatti gli stilemi del noir nell'oscura ambientazione urbana e nei personaggi (la fascinosa femme fatale che trascina la sua vittima maschile in un turbine di corruzione e peccato), e li amalgama senza forzature con i toni da commedia gangsteristica grottesca e quelli da commedia sentimentale. Merito anche di un cast all'altezza della situazione, che va dal malinconico loser Valerio Mastandrea, disilluso per eccellenza tra gli attori italiani, a una sorprendente Giovanna Mezzogiorno (lontana dai consueti ruoli fin troppo "urlati" e isterici), fino ad arrivare a una galleria di eccellenti comprimari (il divertente Pannofino, il gelido Citran e il nostalgico Fantastichini). Tra inseguimenti da action movie e una brillante ironia da commedia all'italiana, Notturno bus è la dimostrazione che in Italia è possibile una commistione di generi che, senza prendersi troppo sul serio, omaggia con autoironia, buon senso del ritmo e dei tempi cinematografici, e un tocco comico prettamente nostrano, ciò che sembrerebbe esclusiva degli americani.

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CAOS CALMO ( Antonello Grimaldi)

Locandina Caos calmo












Un film di Antonello Grimaldi. Con Nanni Moretti, Valeria Golino, Alessandro Gassman, Isabella Ferrari, Blu Yoshimi,  Hippolyte Girardot, Kasia Smutniak, Denis Podalydès, Charles Berling, Silvio Orlando, Alba Rohrwacher, Manuela Morabito, Roberto Nobile, Babak Karim, Blu Di Martino, Beatrice Bruschi, Sara D'Amico, Babak Karimi, Antonella Attili, Roman Polanski, Valentina Carnelutti, Nestor Saied, Anna Gigante, Cloris Brosca, Dina Braschi, Tatiana Lepore, Stefano Guglielmi, Ester Cavallari
Drammatico, durata 112 min. - Italia 2007. - 01 Distribution uscita venerdì 8 febbraio 2008

Pietro Paladini ha fatto una promessa. Ha promesso alla sua bambina di aspettarla davanti alla scuola fino alla fine delle lezioni. Lara, sua moglie, è morta improvvisamente l'estate scorsa e Pietro non sa decidersi a soffrire, non sa decidersi a ripartire. Seduto su una panchina, giorno dopo giorno riceve le visite e le rivelazioni dolorose dei colleghi, turbati da una fusione aziendale, e dei familiari, preoccupati per il suo stato di "arresto". Trasgredite le regole dell'efficienza e della produttività e abitato da una sorprendente calma, Pietro resta in attesa del dolore e della vita dopo il dolore.
Caos Calmo, tratto dal romanzo omonimo di Sandro Veronesi, non è un film "autosufficiente" perchè per afferrarlo è necessario affiancare alla visione una ricognizione della fonte letteraria. Eppure proprio in questa "dipendenza", in questa assenza di "autarchia" cara al Moretti in Super8, risiede il valore del film di Antonello Grimaldi. Troppe pagine di Veronesi non corrispondono esattamente al cinema, troppe cose che sono nominate non possono essere viste, perché tutto accade nella testa del personaggio, è Pietro Paladini a prevalere sull'intreccio e l'intreccio non esiste se non attraverso la sua costruzione. Primo ostacolo per Grimaldi è stata l'esteriorizzazione dell'interiorità, che non ricorre mai o quasi mai alla soluzione più ovvia della voce fuori campo. Ecco allora che il paesaggio interiore di Paladini, impossibile da palesare, si costituisce indirettamente attraverso una scelta marcata e ricca di conseguenze sul piano narrativo: Nanni Moretti, la cui presenza attoriale raccorda il film di Grimaldi alle sue opere. Moretti ha costruito il suo cinema come un sistema di segni e di rinvii (le scarpe, un bicchiere d'acqua, un aforisma), che si configura come un linguaggio per iniziati, qualcosa che costantemente si implica e si richiama. Moretti si muove dentro un orizzonte di aspettative condivise da una parte del pubblico italiano, che si imbarazza per la "scena di sesso" con la Ferrari, già sconcertato da quella con la Morante (La stanza del figlio). Impegnati a dissertare sulla sua incompetenza copulatoria, ai detrattori è sfuggito il vistoso ripiegamento dell'ego morettiano, che non predica più e non ha più certezze ma che ha bisogno di fare ordine, di compiere, muovendosi da fermo, un percorso di conoscenza e di indagine razionale sulla insostenibile leggerezza del dolore. L'inestricabile garbuglio interiore di Paladini/Moretti e il caotico pasticcio della varia umanità che si confessa sulla sua panchina trasformano il dolore in momento dialettico. Se nella Stanza del figlio la cognizione del dolore è asociale, in Caos Calmo è precipitato in uno spazio di socialità. Dove c'era nichilismo e chiusura adesso c'è apertura al possibile. E dopo gli abbracci è il tempo della differenza: Pietro Paladini potrà fare i conti fino in fondo col significato che ha il (non) dolore per lui. L'unica sequenza che non ha bisogno di essere integrata col romanzo è quella "occupata" da Roman Polanski. La sua entrata in scena è la semplice e geniale risposta di Grimaldi al silenzio della pagina scritta. Perché Polanski è immagine che parla.

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CARO DIARIO ( Nanni Moretti)

Locandina Caro diario












Un film di Nanni Moretti. Con Nanni Moretti, Silvia Nono, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller, Giulio Base,  Jennifer Beals, Antonio Petrocelli, Moni Ovadia, Riccardo Zinna, Marco Paolini, Giampiero Albertini, Elena Safonova
Commedia, durata 100 min. - Italia 1993

Diviso in tre momenti distinti, il film di Moretti è giunto nelle sale a distanza di quattro anni da Palombella rossa. Nel frattempo ha interpretato Il portaborse e diretto il film-documento La cosa. Nella prima parte di Caro diario, intitolata In vespa, siamo a Roma nel mese d'agosto. Il personaggio-protagonista girovaga, cercando quartieri e luoghi inusuali. Va al cinema e vede, oltre a un film italiano minimalista sulle sconfitte presunte della sinistra e del '68, Henry-Pioggia di sangue. Trovandolo brutto e troppo violento, decide di fare un terzo grado a un critico, che ne ha scritto le lodi con un linguaggio pseudo-colto e incomprensibile (piccola apparizione di Carlo Mazzacurati). Dopo aver osservato delle coppie ballare il merengue, incontra Jennifer Beals. Infine visita il luogo dove è stato ucciso Pier Paolo Pasolini. Nella seconda parte, Isole, la più disimpegnata e divertente, incontra un amico che non ama la televisione. Insieme girano le isole Eolie fino a quando la tranquillità e la solitudine non fanno esplodere l'amico, che si converte a Beautiful e a Chi l'ha visto?e fugge verso il continente. La terza parte, Medici, è invece la cronistoria, con una ripresa iniziale autentica, della lunga malattia che Moretti aveva contratto. Diagnosi e medicine sbagliate, medici poco disposti ad ascoltare. Poi il paradosso finale: quella che sembrava una malattia della pelle era un tumore benigno e i sintomi erano riportati da una semplice enciclopedia medica. Lineare e semplice, questo film di Moretti conferma l'originalità e la suggestiva visione cinematografica dell'autore. Bravo Renato Carpentieri. Il regista ha ottenuto la Palma d'Oro al Festival di Cannes.

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AND NOW... LADIES & GENTLEMEN (Claude Lelouch)

Locandina And now... Ladies & Gentlemen












Un film di Claude Lelouch. Con Jeremy Irons, Thierry Lhermitte, Alessandra Martines, Claudia Cardinale Titolo originale And now... Ladies and Gentlemen. Commedia, Ratings: Kids+13, b/n durata 95 min. - Francia 2002.

 Un ladro gentiluomo inglese, per evitare la cattura da parte della polizia, decide di partire per un viaggio in barca intorno al mondo. Arrivato in Marocco è costretto però a sbarcare e fermarsi lì, a causa di un attacco di amnesia dovuto ad un tumore al cervello non diagnosticato. Lì incontra una giovane cantante, affetta dallo stesso problema di memoria, anche se nel suo caso le cause sono più che altro psicologiche. I due imbastiscono una relazione d'amicizia e, forse, anche d'amore, finchè il ladro non viene accusato di un furto ed è arrestato. Verrà poi operato al cervello, mentre la cantante si dirigerà verso una collina a chiedere aiuto a una donna mitologica.
Lelouch, puntuale come un orologio svizzero, sforna un film all'anno e ci propina, ormai da troppo tempo, l'ennesima variante dello stesso tema: le difficoltà di relazione uomo-donna, le vicissitudini del destino, gli scartamenti del caso. A tratti riesce pure a divertire, ma molto più spesso è la noia che affiora, e si fa palpabile la difficoltà di seguire il fiume di parole che esce dalle bocche degli attori (un Jeremy Irons spaesato ed una Patricia Kaas alla sua prima esperienza, dopo i trionfi da cantante). Ormai i film di Lelouch sono fatti talmente in serie che sembrano girati da suoi epigoni, più che da lui stesso: una fine ingloriosa, per chi aveva fatto dell'emozione e del sentimento la base della propria arte.

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I PONTI DI MADISON COUNTY (Clint Eastwood)

Locandina I ponti di Madison County


















Un film di Clint Eastwood. Con Clint Eastwood, Meryl Streep, Annie Corley, Victor Slezak, Jim HaynieSarah Kathryn Schmitt, Christopher Kroon, Phyllis Lyons, Debra Monk, Richard Lage, Michelle Benes, Alison Wiegert, Brandon Bobst, R.E. 'Stick' Faessler, Pearl Faessler
Titolo originale The Bridges of Madison County. Sentimentale, Ratings: Kids+13, durata 135 min. - USA 1995.

Nel caldo torrido dello Iowa dell'estate del 1965, Robert Kincaid, fotografo di mezza età del National Geographic, giunge a una vecchia fattoria in mezzo ai campi per chiedere indicazioni sui ponti di Madison County, che egli dovrà fotografare. Conosce così Francesca Johnson, donna di casa e madre di due figli, una quarantenne italiana un po' dimessa e rassegnata. Complice l'assenza del marito e dei figli, partiti per una fiera del bestiame, i due fanno amicizia e in breve il loro incontro si trasforma in un'autentica e profonda passione. Ma la loro intensa storia d'amore con il ritorno della famiglia giunge a un bivio: seguire le ragioni del cuore o restare ancorati alle proprie responsabilità e agli affetti ormai consolidati. Abbandonata da tempo la 44 magnum, Clint Eastwood dà prova, qui nel doppio ruolo di regista-attore, di sensibilità, eleganza e stile nel trasporre sullo schermo l'omonimo romanzo di Robert James Walker, duettando romanticamente con Meryl Streep e probabilmente anche fuori dal set, come hanno fatto intendere le cronache pettegole di Hollywood.

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CHE FINE HA FATTO BABY JANE? (Robert Aldrich)

Poster Che fine ha fatto Baby Jane?  n. 1


















Un film di Robert Aldrich. Con Bette Davis, Joan Crawford, Maidie Norman, Victor Buono, Anna Lee,
Titolo originale What ever Happened to Baby Jane?. Drammatico, b/n durata 132' min. - USA 1962.

Jane Hudson (Davis), ex bambina prodigio frustrata dagli insuccessi, vive da trent'anni in una vecchia casa con la sorella Blanche (Crawford), già diva degli anni '30, paralitica dopo un incidente d'auto. Tra le due sorelle c'è un perverso rapporto sadomasochistico. Gioco al massacro tra una vittima che diviene carnefice e un carnefice che si trasforma in vittima, in bilico tra il melodramma e l'horror, è un capolavoro del grand-guignol cinematografico, detestato da molti che lo considerano una vetta del Kitsch violento. È difficile, però, non ammirare il linguaggio rigoroso e stilizzato di R. Aldrich, la sapiente sceneggiatura di Lukas Heller (da un romanzo di Henry Farrell del 1960), la straordinaria recitazione del trio principale, la dimensione gotica dell'atmosfera narrativa. 3 nomination agli Oscar: B. Davis, V. Buono, la fotografia di E. Haller. Fu tale il successo del film che ne fu tratto un "musical".AUTORE LETTERARIO: Henry Farrell

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