mercoledì 26 giugno 2013

A WONG FOO, GRAZIE DI TUTTO, JULIE NEWMAR (Beeban Kidron)

Locandina A Wong Foo, grazie di tutto, Julie Newmar












Un film di Beeban Kidron. Con Patrick Swayze, Wesley Snipes, Stockard Channing, John Leguizamo, Blythe Danner, Arliss Howard, Jason London, Chris Penn, Melinda Dillon, Beth Grant, Alice Drummond, Marceline Hugot, Jennifer Milmore, Jamie Harrold, Mike Hodge
Titolo originale To Wong Foo, Thanks for Everything, Julie Newmar. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 105' min. - USA 1995

Tre drag-queens (omosessuali travestiti) partono in Cadillac da New York verso Los Angeles, ma durante una sosta forzata fanno amicizia con un gruppetto di donne e impartiscono a tutti una lezione di tolleranza. B. Kidron, su sceneggiatura di Douglas Carter Beane (in parte simile a Priscilla, la regina del deserto, 1994), governa con brio, tatto e sensibilità una fiaba comica alla Capra. Affiatata compagnia di attori con uno spassoso trio di protagonisti tra cui spicca P. Swayze. La costumista Marlene Stewart contribuisce alla bella sequenza in rosso della festa delle fragole.

tres              

ADDIO MIA CONCUBINA (Chen Kaige)

Locandina Addio mia concubina












Un film di Chen Kaige. Con Leslie Cheung, Zhang Fengyi, Gong Li Titolo originale Bawang bieji. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 170 min. - Cina, Hong Kong, Taiwan 1993.

Il titolo è preso da un'opera cinese dei primi del Novecento, scritta da Mei Lanfang. Il regista cinese Chen Kaige vive a New York, trapiantato da vero intellettuale. E il film, un affresco politico nascosto sotto la patina del melodramma, media la cultura cinese con lo stile registico occidentale. Non è certo una pecca, specialmente se il risultato, come in questo caso, è lusinghiero. Due bambini diventano amici mentre apprendono la durissima arte dell'attore. Infatti in Cina per calcare il palcoscenico si deve sottostare a regole durissime. Una volta scelti come attori per una famosa opera con protagonisti un re e la sua concubina le loro vite cambiano. L'attore che interpreta il personaggio femminile si immedesima a tal punto da diventare geloso e pericoloso quando l'amico si innamora di una prostituta. Tra intrecci politici e sentimentali si giunge alla tragedia. Bravi tutti gli interpreti principali, soprattutto Leslie Cheung e Gong Li, e una lode al direttore della fotografia, Gu Changwei.

tres

AL DI LA DEI SOGNI (Vincent Ward)

Locandina Al di là dei sogni











Un film di Vincent Ward. Con Robin Williams, Cuba Gooding Jr., Annabella Sciorra, Max von Sydow, Jessica Brooks GrantJosh Paddock, Rosalind Chao, Lucinda Jenney, Maggie McCarthy, Wilma Bonet, Matt Salinger, Carin Sprague, June Carryl, Paul P. Card IV, Werner Herzog
Titolo originale What Dreams May Come. Fantastico, Ratings: Kids+13, durata 110' min. - USA 1998.

Quattro anni dopo la morte dei due figli in un incidente stradale anche il medico Chris Nelsen (R. Williams) muore allo stesso modo e si ritrova in un bizzarro aldilà, popolato da quadri dipinti o restaurati dalla moglie Annie (A. Sciorra). Lo spirito di Albert (C. Gooding Jr.) lo informa che non potrà mai più incontrarla perché, disperata, si è data la morte. Chris non si rassegna. Opus n. 5 del neozelandese V. Ward (1956), il primo realizzato a Hollywood con grandi mezzi messi a disposizione dalla Polygram, ispirato a un romanzo di Richard Matheson (1926) e sceneggiato da Ron Bass. È un film bifronte. Affascinante o almeno stupefacente sul piano visivo, e visionario, con rimando alla pittura di V. Van Gogh, i fauves, D.C. Friedrich, J. Martin, Doré e fantastiche scenografie simbolistiche (Eugenio Zanetti), ma insopportabile nel resto per il suo ciarpame ideologico alla New Age, dialoghi di profonda banalità psicoanalitica, cadute di gusto, simbolismo di terza mano con M. von Sydow/Caronte, C. Gooding Jr./Virgilio e il povero R. Williams/Dante all'inferno.AUTORE LETTERARIO: Richard Matheson

tres              

A CIASCUNO IL SUO (Elio Petri)



Un film di Elio Petri. Con Gian Maria Volonté, Irene Papas, Gabriele Ferzetti, Mario Scaccia, Luigi Pistilli, Salvo Randone, Laura Nucci, Luciana Scalise, Valentino Macchi, Leopoldo Trieste
Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 99' min. - Italia 1967.  

Onesto laureato di provincia, intellettuale di sinistra, scopre il mandante di un duplice delitto in Sicilia. Pur senza fare un confronto tra il libro (1966) di Sciascia e l'adattamento di Ugo Pirro e Petri, c'è da dire che nel film l'ambiguità, il pessimismo di fondo, le consolazioni che vengono dal piacere amaro dell'intelligenza sono sostituiti da un linguaggio aggressivo con forzature ottiche e sonore che possono infastidire. Uno dei primi film italiani sulla mafia e il 1° dei 4 film di G.M. Volonté (premiato con il Nastro d'argento) tratti da L. Sciascia. Colonna sonora di Luis Bacalov.AUTORE LETTERARIO: Leonardo Sciascia

tres              

ECCE BOMBO (Nanni Moretti)

Locandina Ecce bombo












Un film di Nanni Moretti. Con Nanni Moretti, Fabio Traversa, Luisa Rossi, Lina Sastri, Glauco Mauri,
Commedia, durata 103 min. - Italia 1978.

Michele è nevrotico, scontroso, assolutista. Ha una fidanzata, Silvia, che lavora nel mondo del cinema, e tre amici: Goffredo, svogliato studente universitario, Mirko, angosciato dal futuro della società e Vito, pigro impiegato. Il gruppo di amici vive a Roma, facendo cose e vedendo gente, parafrasando un'ormai frase cult del film, alla ricerca di una posizione all'interno del mondo che li faccia sentire adeguati e quanto meno sereni.
È il secondo film diretto e interpretato da Nanni Moretti, dopo Sono un autarchico. È il 1978 quando Moretti dirige Ecce bombo: sono i difficili e tesi anni di piombo; una settimana dopo la prima assoluta del film verrà assassinato Aldo Moro. E Moretti, con questo film che sicuramente rappresenta una delle prove migliori della sua lunga e prolifica carriera, inizia a indagare la psiche umana e la società, anzi la psiche umana indissolubilmente legata alla società in cui vive, con i suoi inevitabili cambiamenti. Con una cifra stilistica già ben delineata e tratteggiata: una regia rigorosa e asciutta, un'attenzione particolare all'interpretazione, un inserimento della storia nel contesto storico, sociale e politico di sempre partecipata attenzione.
E così Michele Apicella diventa Nanni Moretti: antipatico, asociale, tendenzialmente polemico e impregnato di mille tic e manie; un uomo che s'interroga sull'Italia in cui vive, facendone negli anni uno spesso impietoso ritratto. In Ecce bombo c'è infatti già molto della poetica morettina: l'abisso generazionale e la conseguente incapacità comunicativa, un mondo opaco e a volte ambiguo che mal protegge i suoi abitanti, un'ineluttabile tendenza all'individualismo che dà alle persone un senso di straniamento e di spaesamento, la già accennata precarietà, la difficoltà nell'iniziare a vivere in città che lentamente si fanno metropoli. E così Moretti s'incanala in quella cinematografia dell'iperrealismo, andando a scavare fra le vie, le pieghe e le piaghe della società e dell'uomo.

tres              

BROKEN FLOWERS (Jim Jarmusch)

Locandina Broken Flowers












Un film di Jim Jarmusch. Con Bill Murray, Jeffrey Wright, Sharon Stone, Frances Conroy, Jessica Lange,
Commedia, durata 105 min. - USA 2005. uscita venerdì 2 dicembre 2005.

Don Johnston, scapolo impenitente sulla sessantina, viene lasciato dalla sua ultima conquista. Contemporaneamente riceve una lettera anonima in cui una sua ex compagna gli rivela che il figlio ormai diciannovenne avuto da lui si e' messo sulle sue tracce.L'amico Winston, detective dilettante, lo spinge a chiarire il "mistero". Don parte così controvoglia alla ricerca della possibile mittente. Avrà modo di confrontarsi con una parte del suo passato e di riflettere sul presente.
Bill Murray offre a Jim Jarmusch quella maschera che, da Lost in Translation in poi, lo caratterizza in interpretazioni assolutamente ineguagliabili..Gli incontri con le donne del suo passato (tra cui spicca, per sobrietà e profondità di interpretazione, Sharon Stone) gli permettono di rivisitare il ruolo di seduttore che gli si è appiccicato addosso ma, soprattutto, di percepire come lo scorrere del tempo muti profondamente l'immagine interiore che ci si costruisce sulle persone e che si vorrebbe immutabile. È un gioco di specchi quello che si sviluppa tra Don e le sue ex compagne. Un gioco in cui ciò che appare dell'altro sconcerta, spiazza, obbliga ad abbandonare facili semplificazioni. È un on the road dell'anima quello che Jarmusch ha costruito attraverso piccoli tocchi di regia, sguardi, atmosfere, emozioni trattenute e cose non dette. Un viaggio che il pubblico farà bene a compiere con lui.

tres              

ALBA TRAGICA (Marcel Carné)

Locandina Alba tragica

















Un film di Marcel Carné. Con Jules Berry, Jean Gabin, Arletty, Bernard Blier, Jacques Baumer, Mady Berry, René Génin, Arthur Devère, René Bergeron, Marcel Pérès, Germaine Lix, Gabrielle Fontan, Jacqueline Laurent
Titolo originale Le jour se lève. Drammatico,   b/n durata 93' min. - Francia 1939.

Ucciso un rivale in amore, l'operaio François si barrica nella propria stanza, assediato dalla polizia e rivive la sua storia. Una delle vette del realismo poetico francese prebellico. Determinante l'apporto dei dialoghi di J. Prévert alla sceneggiatura di Jacques Viot in questo film assai concreto, eppur ricco di echi simbolici che non contraddicono l'impianto realistico dell'azione. "... ci ha sorpreso come una voce amica nel deserto" (E. Flaiano, 1940). Tutto concorre alla felicità creativa del risultato complessivo: il bianconero di Curt Courant, le scenografie di A. Trauner, la recitazione. Ma è straordinario l'uso del materiale plastico: le sigarette, l'orsacchiotto, la rivoltella, la sveglia, fotografie, cappelli, cartoline, mobili, fiori, ecc. Influenzò il cinema "nero" americano degli anni '40. Rifatto a Hollywood nel 1947: La disperata notte.

tres              

21 GRAMMI (Alejandro González Iñárritu)

Locandina 21 grammi












Un film di Alejandro González Iñárritu. Con Sean Penn, Benicio Del Toro, Naomi Watts, Clea Duvall, Danny HustonCharlotte Gainsbourg, Eddie Marsan, Melissa Leo, Denis O'Hare
Titolo originale 21 Grams. Drammatico, durata 125 min. - USA 2003.

Middle America. Un ex malavitoso Jack Jordan (Benicio Del Toro) torna a casa in macchina per la festa del suo compleanno. Troppo veloce in una curva investe e uccide un padre con le sue 2 bambine. Nonostante la sua sofferenza, Cristina (Naomi Watts) concede il dono del cuore di suo marito. Il felice beneficiario di questo dono, Paul (il bravissimo Sean Penn) rinasce una seconda volta e si allontana da sua moglie (Charlotte Gainsbourg) per andare alla ricerca della donna che il suo nuovo cuore aveva amato fino all'incidente.
Ecco presentato in lineare la trama di un film denso che ruota, come fa il montaggio, intorno alle vicende devastanti dei 3 protagonisti che provano a ritrovare il senso della loro vita. Scavando profondamente nel dramma, il film tratta di molti (troppi) argomenti: fanatismo religioso, inseminazione artificiale, dono di organi, aborto, vendetta, ingiustizia della sorte, moralità, paura della morte e peso della propria vita: 21 grammi (dicono che sia il peso che perdiamo al momento della morte!) nella bilancia con il peso della vita dei propri cari. Interpretato magistralmente dai 3 protagonisti, questo film ricco di emozioni drammatiche sconcerta di sicuro ma non lascia indifferenti. Resta però una domanda: 21 grammi è (s)montato senza logica temporale per metterci nella stessa confusione mentale dei 3 personaggi principali (come nel film Memento) o per dare un tocco originale ad un film con dei temi che non lo sono più?

tres              

JULES E JIM (François Truffaut)

Locandina Jules e Jim












Un film di François Truffaut. Con Jeanne Moreau, Oskar Werner, Henri Serre, Vanna Urbino, Boris Bassiak,  Anny Nelsen, Sabine Haudepin, Marie Dubois, Michel Subor, Danielle Bassiak, Elen Bober, Pierre Fabre, Dominique Lacarrière, Bernard Largemain, Kate Noelle, Jean-Louis Richard, Michel Varesano, Christiane Wagner, Nike Arrighi
Titolo originale Jules et Jim. Drammaticob/n durata 100 min. - Francia 1962.

Dal romanzo di Henri-Pierre Roché. Parigi 1907. Jules, francese, e Jim, austriaco, sono molto amici. Conoscono Catherine, ambigua, affascinante, imprevedibile. I tre diventano inseparabili. Il sentimento si evolve. A tre. Catherine sposa Jim e diventa amante di Jules. Le cose sembrano funzionare. Scoppia la guerra e i due si devono separare. Ma anche da lontano il collante Catherine funziona. I tre continuano a vivere quel legame. Finita la guerra la donna tenta la ricomposizione. Ma le cose sono cambiate, Jules ha ceduto, ha un'altra, addirittura. Catherine, che non si rassegna, alla fine decide di annegare in macchina insieme a Jules, che ha "tradito". Uno dei manifesti della Nouvelle Vague e della trasgressione femminile. La donna conduce sempre la situazione, è lei al centro del sistema e si permette tutto. Passeggia con i suoi due uomini vestita da uomo, coi baffi. La Moreau, che canta la canzone Le tourbillon, divenne uno dei grandi segnali della mitologia femminile di quel decennio. Nel 2002 Jules e Jim è stato ridistribuito nel circuito delle sale, con grande promozione. Davvero un'iniziativa inconsueta, che ha riguardato pochissimi titoli. La riproposta è servita a capire che il film è un magnifico esercizio grafico che ha smarrito quasi tutta la linfa vitale e la realtà. Catherine è un disegno, una proposta letteraria valida in quel momento. Il disegno è sbiadito, la letteratura manca della fase introspettiva, che rimane nel libro e lo rende un po' più credibile del film. Il tempo ha davvero giocato contro. Jules e Jim rimane soprattutto un riferimento di studio, di accademia, di nostalgia. Emerge la tendenza francese dell'originalità a oltranza, dell'imprevedibilità a tutti i costi, del terrore di essere normali. La Moreau fu personaggio antipatico, magari odioso ai non trasgressivi. Ma un'eroina.

tres

PICCOLE BUGIE TRA AMICI (Guillaume Canet)

Locandina Piccole bugie tra amici












Un film di Guillaume Canet. Con François Cluzet, Marion Cotillard, Benoît Magimel, Gilles Lellouche, Laurent Lafitte, Jean Dujardin, Valérie Bonneton, Pascale Arbillot, Anne Marivin, Louise Monot, Joel Dupuch, Hocine Merabet
Titolo originale Les petits mouchoirs. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 154 min. - Francia 2010. - Lucky Red uscita venerdì 6 aprile 2012

Dopo una notte brava in discoteca, Ludo ha un brutto incidente in moto e viene ricoverato d'urgenza in ospedale. I suoi migliori amici, dopo aver visto la gravità delle sue condizioni ma esser stati rassicurati dai medici sulle possibilità di recupero, decidono ugualmente di partire per l'annuale ritrovo a Cap Ferret. Là, Max, il più ricco ma anche il più pedante del gruppo, ha una villa dove tutte le estati invita gli amici di sempre a trascorrere qualche settimana fra vita di mare e gite in barca sull'oceano. La vacanza, anziché calmare gli animi, farà emergere tutte le nevrosi, le paure e le incomprensioni tenute nascoste da una vita.
Dal Grande freddo della generazione post-sessantottina di Lawrence Kasdan al caldo estivo della costa oceanica dei trenta-quarantenni parigini di oggi, le rimpatriate tra amici prevedono un programma puntuale come la giornata di un villaggio vacanze: segreti e bugie seguite da risate e lacrime al ritmo di una playlist dei brani più noti degli ultimi quarant'anni.
Prendendo ispirazione tanto dal nostalgismo agrodolce di Kasdan quanto dall'intimismo sentimentale di Claude Sautet, Piccole bugie tra amici si propone come una di quelle imprese corali in cui a un complesso processo di scrittura e di formazione dei caratteri deve corrispondere un gruppo di attori capaci di muovere i sentimenti e l'empatia degli spettatori. Da questo punto di vista, anche grazie all'impiego di tutti i migliori attori francesi della sua generazione, bisogna riconoscere che la commedia umana di Guillaume Canet raggiunge il suo scopo.Rimane da notare a che prezzo. Al suo terzo film, Canet palesa definitivamente una sindrome ossessiva da enfant prodige: la sua capacità di dirigere (bellissimo il piano sequenza d'apertura sull'incidente) non riesce a contenere né a salvare le sue sconfinate ambizioni. Nel precedente Non dirlo a nessuno era una trama gialla ridicolmente complicata a sacrificare un thriller teso e ben confezionato; in Piccole bugie tra amici sono (ancor più colpevolmente per un genere come il melodramma) certi passaggi innaturali e drammaturgicamente grossolani a non dare giustizia ai suoi personaggi. Pignoli, cinici, omofobi, ninfomani, ossessivi, codardi: i suoi personaggi sono tutti vittime di un narcisismo egoista che Canet non si sente di condannare fino in fondo, ma che decide redimere e di tamponare solo a suon di fazzolettini ricattatori.Così, se, in un certo senso, il personaggio che più dovrebbe somigliargli è quello dell'attore sciupafemmine Éric (Gilles Lellouche), in realtà finisce per comportarsi come il padrone di casa moralista Max (François Cluzet), invitando attori e spettatori ad assistere a una commedia umana in cui basta ridere e piangere a comando per salvarsi dall'egoismo di cui siamo (saremmo?) tutti colpevoli.

tres                 

LA MIGLIORE OFFERTA (Giuseppe Tornatore)




Virgil (Geoffrey Rush) è un uomo colto e solitario, non più giovane. Ritroso nei confronti degli altri, esercita con infallibile maniacalità il mestiere di esperto d'arte e battitore d'aste. La sua grigia esistenza prende una piega inaspettata e lo conduce al centro di una passione che lo cambierà per sempre quando la giovane Claire (Sylvia Hoeks) lo contatta per occuparsi della dismissione del patrimonio artistico di una antica villa. 
Dentro ai film di Tornatore, al suo terzo film internazionale, c’è tutto il cinema del mondo, tutti i generi, tutto quanto assorbito dai suoi occhi di famelico appassionato di un’arte capace quasi sempre di incantare. Il cinema di Giuseppe Tornatore riflette sempre sul cinema stesso. È saggio e narrazione insieme. Anche con La migliore offerta il regista di La sconosciuta (due film che hanno come sfondo comune Trieste e una donna misteriosa e ferita) ci mette in guardia sulla manipolazione: degli affetti, dei sentimenti, dell’apparire e dell’essere, degli sguardi e di come una storia può farsi notare a suo piacimento.Thriller dell’anima dalla messa in scena sobria in cui Geoffrey Rush si muove come un bambino a Disneyland e Sylvia Hoeks ha i tratti di un’androide caduta sulla Terra per studiare l’Uomo.  In conclusione un ottimo film, curatissimo fino nei minimi dettagli.
Kapu

IL SOSPETTO (Thomas Vinterberg)




Dopo un difficile divorzio, il quarantenne Lucas ha una nuova fidanzata, un nuovo lavoro e sta rimettendo in sesto il complicato rapporto con il figlio adolescente Marcus. All'improvviso però le cose volgono al peggio. Una bugia comincia a diffondersi come un virus invisibile nella comunità in cui vive. Sotto shock, Lucas si ritrova accusato di pedofilia, un crimine che non ha commesso, e, travolto da una sorta di isteria collettiva, deve combattere un'aspra battaglia per riappropriarsi della propria vita e della propria dignità.
Dopo il successo internazionale riscontrato con Festen, il regista Thomas Vinterberg ha ricevuto numerose sollecitazioni per approfondire il tema degli abusi da un variegato numero di persone. Tra queste, vi era anche uno psichiatra danese che gli ha consegnato tutta la documentazione di alcuni casi da lui seguiti e lo ha invitato ad esplorare anche l'universo degli abusatori. Sopraffatto da altri impegni, Vinterberg si ritrova casualmente quel materiale tra le mani otto anni dopo e, stordito dal contenuto, decide di realizzarne un film, destinato a suscitare ancora una volta polemiche. Stilisticamente per Vinterberg Il sospetto rappresenta un ritorno alle sue origini da regista, alla purezza di visione che aveva caratterizzato i suoi primi lavori. Il successo di Festen infatti aveva talmente confuso il regista al punto di allontanarlo dal proprio universo di attenzione, fatto di storie comuni e senza speculazioni sul riscontro commerciale. La forza del film, ciò che afferra lo spettatore per il bavero, è proprio la vita di quel personaggio che, in un film per niente consolatorio, dove in ogni scena c’è una sfumatura capace di dimostrare la malevola ambivalenza dell’apparenza di qualsiasi cosa, continua a tener fermo una sorta di eroismo umanista per il quale nessuna reazione violenta può essere una soluzione a nulla. C’è qualcosa di altrettanto inquietante nella pietà di cui dispone, e allo stesso tempo di adorabile.
Kapu

EDUCAZIONE SIBERIANA (Gabriele Salvatores)




Fiume Basso è un quartiere della città di Bender in Transnistria, dove è stata deportata una comunità di "onesti criminali", piccoli mafiosi che sono lì a causa del loro disprezzo nei confronti dei soldi, dei potenti, dei poliziotti e dei comunisti. Amanti dei tatuaggi che raccontano le loro storie e delle icone religiose per cui spendono tutti i loro soldi, i delinquenti lasciano che l'educazione dei loro figli più piccoli sia riservata agli anziani, che vengono chiamati nonni o zii nonostante non sempre vi siano legami di sangue. Qui, sul finire degli anni Ottanta, crescono Kolima (Arnas Fedaravicius) e Gagarin (Vilius Tumalavicius), amici sin da bambini, che imparano presto cosa vuol dire il carcere quando Gagarin è costretto da una lunga condanna a rimanervi per molti anni. Ritornato in libertà, trova però un mondo diverso da quello che ricordava, sconvolto dagli effetti della globalizzazione e a cui cerca di adattarsi a modo suo, comportandosi esattamente all'opposto di Kolima, rimasto fedelmente attaccato ai valori trasmessi da nonno Kuzja (John Malkovich). 
Se per centrare il bersaglio si intende fare un film aderente al romanzo di formazione da cui è tratto del russo Nicolai Lilin, con la magnifica e tagliente fotografia di Italo Petriccione, che s’imprime nella mente con i suoi violenti colori e le violente oscurità, la musica trascinante e a tratti martellante di Mauro Pagani, una tecnica di ripresa con primi piani e controcampi fortemente valorizzanti azione e attori, diciamo che è questo è avvenuto.. Una vigorosa tecnica di narrazione, fatta di flasback, con regolare successione temporale relativa agli eventi, e una buona interpretazione degli attori, da John Malkovic ambiguo e diabolico quanto basta, ai giovani russi non ancora conosciuti Amas Federavivicius ( Kolima) e Vilius Tumalavicious (Gagarin), che apprenderanno le lezioni del nonno Kuzja, l’uno alla lettera e sarà un criminale onesto, l’altro, specie dopo la galera, più che mai mostrerà la sua indole ribelle e il distacco dalla famiglia e dai valori essenziali della educazione siberiana, che contempla anche l’omicido per punizione ma non la droga e il danaro in casa o le violenze gratuite.Il racconto molto russo e un po’ lento, avvince al momento, perché c’è suspence, ma non lascia altro e tutto si limita a enunciazioni astratte, azioni nefande e pretese di giustizia. Coltelli, tatuaggi enormi in cui è nascosta la storia di ognuno, sono alcune caratteristiche di tutti componenti dal gruppo siberiano, che seguono ancora il volere degli anziani, ma ormai senza sentirsi più parte della loro società di stampo criminale e mafioso e piuttosto proseguendo verso una nuova società globalizzata, a costo di perdere il senso della loro educazione e il senso della vita. Film solo a tratti coinvolgente, difficile da afferrare e accettare, ma comunque interessante sia per il tema, soprattutto quello dell’amicizia, qui fortemente in pericolo, che per l’abilità del regista, la prova degli attori e l’ambientazione.
Kapu

PRIMA DELL! ALBA ( Richard Linklater)


Locandina Prima dell'alba














Un film di Richard Linklater. Con Ethan Hawke, Julie Delpy, Andrea Eckert, Hanno Poschl, Karl Bruckschwaiger, Tex Rubinowitz, Erni Mangold, Dominik Castell, Haymon Maria Buttinger, Harald Waiglein, Bilge Jeschim, Kurti, Hans Weingartner, Adam Goldberg, Liese Lyon, Peter Ily Huemer
Titolo originale Before Sunrise. Sentimentale, durata 100' min. - USA, Australia, Svizzera 1995

Su un treno per Vienna giovane giornalista americano di ritorno a casa incontra studentessa francese che va a Parigi. Le propone di scendere con lui a Vienna e di passare l'ultima notte insieme. Lei accetta. Finale aperto. Un film di parole sullo sfondo di una città: una Vienna che, nonostante le intenzioni, non diventa il terzo personaggio. È, ovviamente, un film di attori: grazioso, ma senza la grazia. A Berlino vinse il 3° premio, quello della regia.

tres

 

PARLA CON LEI (Pedro Almodóvar)

Locandina Parla con lei












Un film di Pedro Almodóvar. Con Leonor Watling, Javier Cámara, Rosario Flores, Darío Grandinetti, Paz Vega,  Elena Anaya, Marisa Paredes, Lola Dueñas, Cecilia Roth
Titolo originale Habla con ella. Drammatico, durata 112 min. - Spagna 2002.

Marco è un giornalista specialista in guide turistiche, Benigno un infermiere generoso, perfetto. Quest'ultimo da quattro anni si prende cura di Alicia, (ex) ballerina, in coma. Marco ha una relazione con Lidya, torera, che ben presto raggiunge Alicia nello stesso ospedale, ridotta a sua volta in coma. Benigno parla con la sua paziente come se fosse cosciente, le racconta tutto, vita quotidiana, pensieri, spettacoli. Marco, meno fantasioso, si limita a guardare piangendo. Benigno (mai avute donne, forse gay), gli insegna a "parlare con lei", appunto. Il film prende sentieri imprevedibili, sconcertanti, allarmanti. Alicia (le cui funzioni vitali sono comunque integre) viene scoperta incinta. Il "colpevole" è naturalmente Benigno, che finisce in prigione. Marco, sempre più coinvolto, lo sostiene a oltranza. Miracolosamente Alicia, il cui bimbo è morto subito, esce dal coma, ma Benigno non dovrà mai saperlo, così l'infelice infermiere si suicida. Il caso (un balletto), vuole che Alicia e Marco si incontrino. Premesse e sguardi sono dolci e promettenti, ci saranno sviluppi. Gli aggettivi usati sopra "imprevedibile, sconcertante, allarmante" aderiscono benissimo ad Almodovar. Dopo lo straordinario Tutto su mia madre il regista si lascia andare in una storia umano-melò-grottesca a suo modo perfetta. Estremizzazioni che solo Pedro può farsi perdonare. Sviluppi che affosserebbero qualsiasi altro autore. Regia talmente complessa da essere semplice e subito decifrabile, ironia, insomma tutte le cifre che appartengono al più grande autore (con Wenders) di cinema europeo. Con inserti di fantasia superiore, come il "muto" ricostruito dove un uomo reso piccolissimo da una pozione entra in una vagina per non uscirne mai più: è la premessa, non fine a se stessa, ma "strumentale" per innescare la stranissima maternità che seguirà. Presente anche la solita forte umanità e l'amore per il vivere anche quando il vivere è disperato. Il film comincia e finisce con le immagini di teatrodanza di Pina Bausch.

tres