Un film di Claude Chabrol. Con Isabelle Huppert, François Cluzet, Marie Trintignant Titolo originale Une affaire de femmes. Drammatico, durata 105' min. - Francia 1988.
Per sopravvivere nella Francia di Vichy una "vedova bianca" diventa l'angelo della morte. Marie Latour vorrebbe per sè e per i suoi due bambini una vita meno stentata di quella a cui è costretta nella Francia occupata dai tedeschi e con il marito prigioniero in Germania. Così comincia a praticare aborti e affitta stanze a prostitute. Denunciata dal marito, al suo ritorno, verrà...
Chabrol riprende questa storia con "Un affare di Donne"(tratto da un romanzo di Francis Szpiner) che diventa uno strepitoso affresco della Francia occupata e un modo per riflettere sull'ipocrisia che alberga nei meccanismi del potere costituito. E' in fondo un dramma sull'ignoranza e la povertà di una donna che sogna di fare la cantante e finisce quasi per caso a praticare aborti, a scoprire i vataggi economici di questa attività e quindi la possibilità di affrancarsi da una vita di stenti. Chabrol non cede al facile sentimentalismo e la natura cinica di Marie ci viene restituita in tutta la sua pregnanza. Più che la pratica abortista o il fatto di lucrare sulle prestazioni dell'amica prostituta, cose che troverebbero una loro ragion d'essere nell'oceano di atrocità che si compivano in quel periodo, ciò che induce da subito a nutrire un sentimento di antipatia per Marie è il suo egoismo individualista, il suo freddo egocentrismo, il senso di disamore per quello che non gli riguarda. Dimentica di tutto l'orrore che gli gira intorno, si gode la sua raggiunta agiatezza con la baldanza di chi crede di essere nel giusto, di chi pretende che gli venga riconosciuto il posto al sole che si è guadagnato. Marie sale sul carro dei vincitori persuasa di autoassolversi in quell'ingranaggio di morte molto più grande e diventa suo malgrado la coscienza sporca di un paese che,"diventato un gigantesco porcile"(come dice il suo avvocato difensore), per viltà la immola sull'altare della sua restaurazione morale. Film come Un affare di donne andrebbero fatti vedere obbligatoriamente a tutti coloro che, ancora oggi, si oppongono all’aborto legalizzato, dimenticando che in un passato per niente remoto abortire per una donna significava rischiare la propria vita ed incappare in cinici sfruttatori. Grande film che alla maniera di Chabrol sa frugare tra le pieghe più oscure dell'animo umano e dare il meritato risalto all'istrionismo del volto e del corpo dell'immensa Isabelle Huppert. Uno dei migliori Chabrol, si avvale di un'ottima sceneggiatura del regista e di Colo Tavernier
Kapu
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