Un film di Claude Chabrol. Con François Cluzet, Charles Aznavour, Michel Serrault, Aurore Clément Titolo originale Les Fantômes du chapelier. Poliziesco, durata 120' min. - Francia 1982
Dopo aver assassinato la moglie, un cappellaio di una cittadina bretone fa credere che è solo malata, mettendo un manichino seduto su una poltrona alla finestra. Per coprire il primo delitto, però, deve commetterne altri...
Simenon-Chabrol-Serrault: era lecito attendersi una perla cinematografica e questo film lo è. Come spesso accade, Chabrol ci trasporta nella provincia francese, questa volta in una cittadina della Bretagna. Pur essendo questo uno dei suoi migliori lavori di quel momento, per Chabrol gli anni '80 furono un periodo in costante declino artistico; basti pensare al fatto che nel solo 1982 licenziò altri due film (Danza macabra e Le affinità elettive), più un corto (M. le maudit), tutti per la televisione, per capire quanto il regista si affannasse nel lavoro e quanto poco probabilmente fosse interessato a lasciare un'impronta personale nelle sue opere. Curioso infatti constatare anche la variegata origine letteraria delle pellicole di questo periodo: se nei prodotti televisivi il regista attingeva da Goethe e Strindberg, qui la fonte è un libro di Simenon (sceneggiatura di Chabrol). Peraltro l'atmosfera del giallo di provincia permarrà nei seguenti Una morte di troppo (1984) e L'ispettore Lavardin (1986), tratti da altrettanti romanzi di Dominique Roulet Michel Serrault incarna il suo personaggio con una bravura che stordisce. Schizofrenico perfetto, appare affabile e dignitoso con gli altri notabili del luogo, compagni pressoché quotidiani di bridge nel bistrot locale; ridacchia e borbotta tra sé e sé nei momenti di solitudine; con la moglie-fantoccio interpreta, al limite del virtuosismo, alcuni monologhi grotteschi ma in fin dei conti tristi, battute leggere in cui si insinua un senso di isolamento e di disperazione. L’uomo è sempre lo stesso nei movimenti, nel portamento, nell’abbigliamento, ma si trasforma con uno sguardo, un sorriso, facendo venire la pelle d’oca. Viene così surclassato un altro grande serial killer di Chabrol, quel Landru interpretato dal pur bravissimo Charles Denner. Una vera sopresa ce la offre poi Charles Aznavour. Il cantante franco-armeno è certamente anche un attore di lungo corso, ma non mi era mai parso così convincente. Recita la sua parte di modesto sarto padre di famiglia con misura, con il tono giusto. Parla poco, osserva con lo sguardo incredulo, timoroso. Del resto, l’intero cast è impeccabile: personaggi di provincia, notabili e popolani, tratteggiati con grazia e dovizia di dettagli.
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