sabato 6 luglio 2013

LA FEBBRE (Alessandro D'Alatri)



Commedia, Ratings: Kids+16, durata 108 min. - Italia 2005

Le disillusioni di un giovane nella sbalestrata Italia di oggi. Mario Bettini, geometra di provincia, è un trentenne pieno di idee e di entusiasmo. Il suo sogno è quello di aprire un locale con gli amici, ma quando viene inaspettatamente assunto dal Comune capisce che il nuovo impiego contrasta con il suo spirito imprenditoriale. Sarà l'incontro con una ragazza a fargli intravedere nuove prospettive esistenziali... 
La febbre è una commedia arguta e simpatetica sugli italiani. Sui mediocri per vocazione, povertà di spirito, dabbenaggine e furbizia di basso profilo e sugli onesti, sui sinceri, su chi non crede che vivere affidandosi alla fantasia, all’entusiasmo, al rispetto delle regole e degli altri sia un valore devitalizzato e superato. È una commedia agrodolce su un mondo che non ha rispetto dei morti e della propria memoria (scegliere come uno dei punti focali del racconto e della messa in scena un cimitero comportava moltissime insidie, aggirate e superate in modo intelligente e brillante). È la piccola, garbata, amara, perspicace sinfonia di una bella città di provincia, Cremona (l’Italia, per fortuna, anche quando si imbelletta da metropoli conserva nel reticolo architettonico e antropologico dei quartieri le forme familiari e gli odori forti di un’immensa provincia). È la storia di un disincanto, di una momentanea sconfitta e di un mettersi sulle linee laterali di un campo di gioco (sociale, economico e politico) del quale non si condividono né l’interpretazione dei regolamenti né le decisioni arbitrali. È un apologo lucido e divertente sul desiderio, legittimo, di autosospendersi dalla Repubblica e di rinunciare, per protesta, ai diritti-doveri della cittadinanza. Alessandro D’Alatri ha diretto e scritto un film che ha la piacevolezza, le malinconie, le asprezze sorridenti, il calore della classica commedia all’italiana. In un film in cui uomini e donne (gli interpreti sono bravi, alcuni bravissimi, e Valeria Solarino unisce alle doti d’attrice un’eccezionale presenza magnetica) stentano a trovare la porta di entrata e di uscita da una realtà che continua a trasformare,a temperare le punte più aguzze e irregolari, a sedare, a imbrigliare. Mario Bettini (un bel nome da uomo qualunque, ma non qualunquista o in vendita, interpretato da un ottimo Fabio Volo che, a differenza di molti altri attori deportati dalla Tv ha lasciato negli studi televisivi il suo repertorio) è un giovane geometra che coltiva con alcuni amici l’idea di aprire un locale e, mentre procedono i lavori di allestimento dello spazio preso in affitto, un concorso sostenuto anni prima gli regalano un’assunzione (un dono che nell’era selvaggia del precariato e della flessibilità fa pensare a un’Italia da coniugare al trapassato remoto) come impiegato del Comune. Lì trova un esemplare, molto diffuso, di stupidissimo mortificatore sociale. Un imbecille di burocratico successo che si accanirà contro la sua volontà di lavorare per il bene di tutti e contro il suo talento per la vita. 

tres

1 commento:

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