Un film di Mario Bava. Con Cameron Mitchell, Eva Bartok, Thomas Reiner, Luciano Pigozzi, Enzo Cerusico, Harriet White, Franco Ressel, Massimo Righi, Claude Dantes, Heidi Stroh
Omicidi strazianti tra le modelle di un atelier. Nel parco dell'atelier Christian, Isabelle, una bellissima modella, viene strangolata da un assassino mascherato. L'ispettore Silvestri, incaricato delle indagini, presto si accorge di quanto sia avvelenato il clima nella casa di moda. Scopre che Isabella era amante di un antiquario, e che a aveva scritto un diario compromettente per tutti gli impiegati dell'atelier. Nicole, amica della morta, ha nascosto il diario, ma l'assassino la uccide. Altri delitti raccapriccianti si susseguono.
Un classico del thriller all'italiana, il capostipite del genere. La sceneggiatura può semprare incoerente, ma Bava si dimostra ancora una volta un "pittore dell'inquadratura", e sceglie tavolozze cromatiche antinaturalistiche e violente. Il film, in questo senso, è un capolavoro visionario. Le soggettive dell'omicida, le esecuzioni e l'inquietante atmosfera influenzeranno Dario Argento, specie per i suoi primi film. Mario Bava collabora alla sceneggiatura del film, lascia la direzione della fotografia a Ubaldo Terzaro, ma la sua influenza è palpabile in ogni inquadratura, fin dai titoli di testa, davvero innovativi, dove vengono presentati tutti i personaggi della storia (che sono un po' troppi effettivamente), con un gioco di luci inquietanti, che preannunciano l'atmosfera di tutto il film. Le scene sono costruite come dei dipinti, come delle tavolozze per dei fumetti, la storia si potrebbe seguire tranquillamente tramite le figure, le parole appaiono quasi di troppo, se non inappropriate, un film sonoro che potrebbe essere muto, da quanto è fatto bene, non c'è bisogno di spiegazioni, di antefatti, di tante parole per spiegare chi sta ammazzando e perché. E' un giallo teso e ben girato, del genere dell'assassinio seriale che uccide senza che nessuno riesca a scoprirlo e fermarlo. Il film ha una trama ben congeniata e il regista confonde con abilità i sospetti dello spettatore; alle volte si diverte anche a confondere le attese con opportuni accorgimenti di montaggio.
tres
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