lunedì 24 giugno 2013

TEOREMA (Pier Paolo Pasolini)




La feroce satira antiborghese di Pasolini nell'anno della contestazione.
Lucia (Mangano) e Paolo (Girotti) sono una tranquilla coppia borghese con due figli studenti, Odetta (Anne Wiazemsky) e Pietro (Cruz Soublette). In casa vive anche la domestica Emilia (Betti). Poi arriva un ospite (Stamp) che diventa il centro dell'attenzione, e non solo platonica, di tutta la famiglia. Sarà il principio della fine: il padre lascia la fabbrica agli operai, la madre si scopre ninfomane, la figlia impazzisce, il figlio si dà all'arte e la cameriera muore in odore di santità. 
"Teorema" è una parabola antiborghese che inizia il "68" cinematografico di Pier Paolo Pasolini e che segna il punto più alto del suo isolamento intellettuale. Un'allucinazione visiva di affascinante resa figurativa, ricca di sfumature stilistiche (montaggio alternato, alternanza di colori) e di rimandi allegorici. Chi è il giovane ospite ? Un angelo venuto a chiarire il senso dell'esistenza di ognuno o il diavolo tentatore venuto a giustificare l'inizio della fine ? O l'uno o l'altro, fa lo stesso. Ciò che importa è che rappresenta un peso da cui è impossibile sottrarsi una volta che si è palesato. La sua presenza costringe a guardarsi dentro e la sua assenza rende difficile il confronto con ciò che si è scoperto. La risultante è che un mondo fondato sulla santa parvenza di moralità viene minato alla base dalla presenza discreta di un estraneo, dal magnetismo indagatore di un idea altra di verità, che arriva a mettere in crisi certezze consolidate e a certificare la natura sistemica dell'irredimibilità della borghesia. Il giovane ospite è portatore di un'alterità che si mostra con una naturalezza disarmante ed è la sua assoluta estraneità a quei valori di ordine, benessere, possesso, quelli che garantiscono il mantenimento nel tempo di una spiccata identità borghese, a determinare l'impossibilità dei membri della famiglia a rapportarsi con lui mantenendo intatti i caratteri del loro conservatorismo sociale. L'ospite li conduce uno alla volta in campo aperto, li porta a rivelarsi a se stessi e a mettere in crisi il vicendevole vincolo sociale accentuando il grado del loro innato individualismo. Ognuno ha fatto sesso con lui e ognuno vi ha scoperto qualcosa di nuovo della propria personalità, un'idea del diverso che li riguarda personalmente e che li spinge a ricercare nell'altro da sè il senso profondo della propria identità. Quanto più la borghesia è condotta verso l'altro, senza che questi possa diventare oggetto della sua naturale tendenza omologatrice, tanto più essa è costretta ad annullarsi, a vagare nel deserto rivolgendo il suo sguardo verso il nulla che gli è rimasto di fronte. Questo è il teorema di Pasolini il Poeta.
Kapu

1 commento:

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