lunedì 24 giugno 2013

ACCATTONE (Pier Paolo Pasolini)



Un film di Pier Paolo Pasolini. Con Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti, Silvana Corsini, Paola GuidiSergio Citti, Alfredo Leggi, Mario Cipriani, Umberto Bevilacqua, Edgardo Siroli, Polidor,Leonardo Muraglia, Franco Marucci, Giovanni Orgitano Drammatico, b/n durata 120' min. - Italia 1961

Storia di uno sbandato, Accattone, che trascina una esistenza vuota nelle borgate romane. C'è una donna che pensa a mantenerlo facendo la prostituta. Quando lei viene arrestata e Accattone si vede privato del suo sostentamento, va in cerca della moglie, abbandonata tempo prima con un figlioletto; respinto da lei trova solidarietà in una ragazza "pulita". 
Il primo lavoro cinematografico di Pier Paolo Pasolini è qualcosa che molti hanno considerato una trasposizione su pellicola dei suoi lavori letterari. Dopo aver visto i primi giornalieri Federico Fellini disse a Pasolini: torna a scrivere, è meglio. Invece il film d'esordio del regista-poeta è un capolavoro. Musica sacra, volti proletari, storie di vita, e l'ombra del sacro. Pasolini inventò un nuovo modo di fare cinema, unendo le acquisizioni della nouvelle vague all'estetica del muto e al Bunuel di "Los Olvidados". Il film ebbe problemi con la censura. In una particina c'è Elsa Morante che fa una detenuta. Il contrasto è forte, Pasolini utilizza gli strumenti del muto ma li inonda di continue e chiassose risate ed una musica sacra che pervade l'aria come una nenia dannata. Accattone è un miserabile ma è soprattutto un debole, una persona incapace della minima coerenza, dapprima restio a lavorare tenterà di praticare anche quella strada e di fatto tutte le strade possibili prima dell'epilogo. Accattone è il quadro di quell'Italia e di quella miseria, un uomo che sembra avere voglia di vivere o più probabilmente solo una maggiore paura di morire; che cerca ogni espediente per tirare a campare e magari mostrare un po' di oro sul corpo agli amici e che si rende persino conto della sua condizione abietta pur non riuscendo di fatto a prenderne mai davvero le distanze. E' la sintesi degli italiani medi, paga con la sua mancanza di coerenza il fatto di rappresentare tante tipologie di persone che popolavano i sobborghi di Roma capitale come di tante altre realtà del dopoguerra. Giustamente da molti considerato un capolavoro di Pasolini, questo film annega nella miseria umana ma lo fa con un linguaggio nuovo per l'epoca sia sul piano comunicativo sia su quello tecnico. Accattone ed i suoi amici citano i campi di concentramento, citano Norimberga, usano un linguaggio che non gli è proprio ed in questo contrasto tra i dialoghi e le persone emerge la personalità di un Pasolini grandioso e imponente. E' un film triste in cui le risate forzate sono spesso anche disturbanti e comunque amare. Consigliato soprattutto ai cinefili.
Kapu

1 commento:

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