Un film di Peter Greenaway. Con Erland Josephson, Michel Blanc, John Gielgud, Isabelle Pasco, Michael Clark, Nastassja Kinski
Titolo originale Prospero's Books. Drammatico,Ratings: Kids+16, durata 125' min. - Gran Bretagna 1991
Prospero, ormai vecchio, è stato spodestato dal fratello e ha perso così il ducato di Milano. Ora vive su un'isola dalla quale, scatenando una tempesta, fa naufragare le navi di passaggio.
Versione barocca e figurativamente smagliante (con ampio uso delle nuove tecnologie elettroniche) della "Tempesta" di Shakespeare. Atmosfere manieriste per una lotta tra il bene e il male declinata nel linguaggio aspro ed icastico della mitologia pagana. La "tempesta" è la furia degli elementi che si trasforma nella danza delle passioni umane, un turbine che le composte attività dell'arte e della sapienza non riescono a contenere, ma solo a sublimare e tramandare. Il contrasto principale è quello tra il fragoroso esercizio del potere e la quieta e silenziosa pratica dello studio. Le scene luminose del film sono esteticamente organizzate secondo precise architetture e coreografie, con solari profondità prospettiche, piene di grano, frutti, fiori, cavalli bianchi, e attraversate da voli acrobatici ed equilibrismi, a simboleggiare la fertile lungimiranza della disciplina, che è pazienza nella fatica, e si coniuga con l'amore inteso come sacrificio e devozione. Peter Greenaway carica il suo film di un decorativismo estremo, spesso sovraffollato di corpi nudi e, a tratti, straripante, che fa da plastico contrappeso alla verbosità irruente del testo shakespeariano, realizzando uno splendido equilibrio tra parole e immagini. L'oscillare perenne di Greenaway tra cornice e caos, tra finito e infinito è sfasatura suprema: noi nel mezzo della sua visione, troppo piccoli per entrare nel totale. Un film complesso debordante di richiami pittorici che va goduto al momento durante la visone ma anche e soprattutto nella post visione che diventa analisi, scavo e scoperta dell'universo Greenaway. Non è solo estetica ed estasi dei significanti. Il contenuto, o meglio i contenuti, sono innumerevoli e le varie scatole cinesi greenawayiane disvelano o nascondono la "giusta via" allo spettatore colpito e tramortito da un'orgia di colori, di corpi, di forme, che lo folgorano come una scarica da 220 tenendolo con la forza ancorato all'immagine che è opera pittorica in movimento in cui le lente carrellate (tipiche del regista alternate ad inquadrature in oggettiva) lo accompagnano poco a poco nei meandri della rappresentazione a cui non basta un'unica "doppia" dimensione, ma cerca una terza strada oltre il Cinema e verso e dentro l'Arte contemporanea. La narrazione classica è spazzata via da questa tempesta greenawayiana in cui utopia e razionalità trovano medesimo posto. Prospero come una sorta di Dio purificatore si vendica (per poi perdonare) di quegli uomini che hanno peccato nei suoi confronti e porta il macrocosmo-umanità nel suo microcosmo-isola, dove egli è il Creatore-padrone di tutto e in cui il "suo" Sapere è anche l'unico sapere. Egli è uomo e mondo stesso, terra e tiranno. Per chi non avesse visto alcuna opera di questo regista, di sicuro viene a mancargli una parte imporatante di quest'Arte, almeno degli ultimi 25 anni!. Quando si dice: il cinema allo stato puro.
tres
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