martedì 9 luglio 2013

OLIVER TWIST (Roman Polanski)

Locandina Oliver Twist

















Un film di Roman Polanski. Con Ben Kingsley, Frances Cuka, Barney Clark, Lewis Chase, Jake Curran,
Titolo originale OLIVER TWIST. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 130 min. - Gran Bretagna, Repubblica ceca, Francia, Italia 2005. uscita venerdì 21 ottobre 2005.     

Se c'è chi pensa che il detto "si nasce rivoluzionari e si muore conservatori" valga per il Roman Polanski che "illustra" (come alcuni hanno scritto) "Oliver Twist" di Dickens non si illuda. Il regista di Rosemary's Baby e di Il coltello nell'acqua ha conservato intatto il proprio sguardo attento agli angoli oscuri della società e della psiche. Uno sguardo mediato dall'esperienza di Il pianista e proprio da quel film di successo stimolato a rivisitare il proprio passato di bambino salvatosi dal ghetto di Cracovia con la madre uccisa ad Auschwitz. Lo fa per l'interposta persona di uno dei personaggi più famosi dell'universo dickensiano, quell'Oliver Twist che ha già costituito una fonte di ispirazione per il cinema.
Polanski legge la vicenda narrata dal grande autore inglese immergendola in una miseria materiale e morale quasi palpabile. Osservate l'illuminazione del film: è dominata da un buio sporco, per nulla gotico ma carico invece delle scorie prodotte dall'abbrutimento dell'essere umano al contempo carnefice e vittima nel tragico incedere dell'industrializzazione forzata. La luce di una bella giornata di sole è un fatto quasi incidentale, secondario, non "normale". Così al centro della storia sono sì le vicende dell'innocente orfanello costretto a far parte di una banda di ladri organizzati. Ma chi gli ruba il proscenio è Fagin nell'interpretazione magistrale che ne dà un irriconoscibile Ben Kingsley. È lui, padre e padrone della banda di ladruncoli, che detta i ritmi della vicenda con il suo corpo laido che percorre le stanze e le vie del degrado umano ricordando a tratti le caricature infami con cui i nazisti dileggiavano gli ebrei. In questo coacervo di bassezze, in questo "diavolo" Polanski va a cercare una scintilla d'umanità dandogliene testimonianza nella bella scena finale che evita il lieto fine consolatorio. Conservando però intatto lo spirito di un autore come Dickens che, figlio di un carcerato e abituato al lavoro duro fin dall'infanzia, ha ancora molto da dire a questo mondo che preferisce pensare che i bambini siano tutti come quelli della pubblicità. Pur sapendo benissimo che non è così.

tres              

1 commento:

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