martedì 25 giugno 2013

PIOVONO PIETRE (Ken Loach)



Un film di Ken Loach. Con Bruce Jones, Julie Brown, Gemma Phoenix, Ricky Tomlinson, Tom Hickey, Mike Fallon, Ronnie Ravey, Lee Brennan, Karen Henthorn, Christine Abbott, Geraldine Ward, William Ash, Matthew Clucas, Anna Jaskolka, Jonathan James, Anthony Bodell, Bob Mullane, Jack Marsden
Titolo originale Raining Stones. Commedia, durata 93 min. - Gran Bretagna 1993

Un drammatico spaccato della classe lavoratrice inglese tra rabbia e speranza.
Operaio disoccupato sempre in cerca di lavoretti per rimediare qualche sterlina, Bob si vede derubato anche del furgone. Compera un vestitino nuovo alla figlia per la prima comunone dicendo alla moglie di aver vinto i soldi alle scommesse. In realtà li ha chiesti a Tansey, lo strozzino del quartiere, che infatti piomba in casa reclamando il debito. Bob lo insegue e lo affronta ma Tansey fugge, sbanda con l'auto e si schianta morendo. Bob vuole costituirsi, ma padre Barry lo sconsiglia.
Piovono pietre è la conferma della statura autoriale di Loach, regista politico e sociale, da sempre rivolto a un cinema impegnato, civile, che guarda alle fasce economiche più basse della società inglese con occhio quasi documentario, il più imparziale possibile, senza voler giudicare o tantomeno genericamente recriminare. Tutto ciò che accade nei suoi film ha un perchè. questa è la storia di un operaio che perde il lavoro e non riesce a trovarne un altro, e che anche qualora lo trovasse sa perfettamente che dovrà sempre fare i conti con le 'pietre' che gli piovono dall'alto: dalla politica che si disinteressa della 'working class', da un mercato del lavoro in ristagno, dalle istituzioni assenti, dalla malvagità dei soliti approfittatori (l'usuraio, come un avvoltoio, attende le disgrazie e il bisogno d'aiuto altrui) e anche dalla religione. La velata - in effetti neanche poi tanto, diciamo indiretta - critica alla fede, spesso cieca e di nessun conforto, anzi in grado soltanto di peggiorarci la vita, è un elemento nuovo nell'etica di Loach; la retorica proletaria volta ad affrontare la vita con atteggiamento kafkiano (pessimismo e sensi di colpa) è invece una sua costante già apprezzata nei lavori passati. Grazie a questo film Loach ritrova la fiducia nel cinema, abbandonato dopo alcuni lavori passati immeritevolmente inosservati alla fine dei Sessanta e nei primi Settanta (Kes, Family life), per approdare alla televisione (in cui aveva cominciato, a metà dei Sessanta) fino all'exploit di Riff raff del 1991. Dopo questa conferma, Loach comincerà a licenziare film alla media di quasi uno all'anno per due decadi. Bravo il protagonista Bruce Jones, all'esordio; sceneggiatura di Jim Allen, che per il regista aveva già scritto L'agenda segreta (1990); musiche di Stewart Copeland, ex Police.
Kapu

1 commento:

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