martedì 25 giugno 2013
MATCH POINT (Woody Allen)
Un film di Woody Allen. Con Jonathan Rhys-Meyers, Scarlett Johansson, Brian Cox, Emily Mortimer, Matthew Goode, Penelope Wilton, Ewen Bremner, Alexander Armstrong, Paul Kaye, Mark Gatiss, Simon Kunz, Geoffrey Streatfield, John Fortune, Rupert Penry-Jones, Patricia Whymark, Anthony O'Donnell, Miranda Raison, Rose Keegan, Zoe Telford, Margaret Tyzack, Scott Handy, Emily Gilchrist, Selina Cadell, Georgina Chapman, Colin Salmon, Toby Kebbell, Steve Pemberton, James Nesbitt, Layke Anderson, Morne Botes, Dawn Murphy
Drammatico, durata 124 min. - USA, Gran Bretagna 2005. uscita venerdì 13 gennaio 2006
Chris Wilton è un tennista che ha rinunciato alla sua carriera e ora fa il maestro di tennis a Londra in un club di alto livello. Qui conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe che si innamora subito di lui e del suo apparente interesse per la cultura. Il ricco padre dei due lo inserisce nella sua attività finanziaria e il matrimonio tra Chris e Chloe si avvicina. Ma Chris, che ha conosciuto la fidanzata di Tom (l'aspirante attrice americana Nola) e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando la reincontra libera dal legame con il quasi cognato inizia con lei una relazione basata sulla passione. Il matrimonio avviene e Chloe desidera a tutti costi la maternità. A rimanere incinta è invece Nola che vuole che Chris lasci la moglie. Incapace di resistere alla pressione Chris escogita una via di fuga.
Non è bene raccontare altro del più articolato e fluido dei film recenti di Allen. Liberato ormai dal contratto spielberghiano e probabilmente costretto dalla difficoltà di trovare finanziamenti per i suoi film negli Usa, Woody compie un doppio salto mortale rispetto alla sua ormai più che consolidata tradizione narrativa. Lascia Manhattan per l'Upper Class londinese e (udite, udite) non ha nessun personaggio di origine ebraica nella sua sceneggiatura. Torna invece con forza sul tema dell'omicidio affrontato in modo magistrale ai tempi di Crimini e misfatti, ma soprattutto affronta con genialità anche visiva la questione della assoluta casualità del vivere umano. La sequenza che apre il film (e una sorpresa che non va svelata collocata molto più avanti) offrono, in modo estremamente simbolico e concreto al contempo, un'occasione di riflessione in materia. Woody Allen, come l'Araba Fenice, risorge ancora una volta dalle ceneri che detrattori troppo frettolosi gli avevano di recente e irrevocabilmente attribuito.
tres
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