Spagna 1961
Con Francisco Rabal, Fernando Rey, Silvia Pinal, Victoria Zinny
Drammatico,
b/n durata 91' min.
Prima di andare a prendere i voti, VIridiana va a trovare lo zio Don Juan. Questi s'innamora di lei e, non potendo far altro, s'impicca. Viridiana non partirà più. Uno dei capolavori di Bunuel, e il film che inaugura la sua seconda giovinezza. Viridiana è una santa impossibile, che attraverserà il mondo portando più morte e distruzione che bene. Un film laicissimo e inquieto, la cui rappresentazione della religione lo ha reso scandaloso. Viridiana è la vittima sacrificale di un mondo retto dagli egoismi individuali piuttosto che dalla solidarietà che dovrebbe sorgere dalla condivisione di un destino comune. Scopre l'inutilità della sua opera pia, e il finale del film c'è la restituisce mentre sembra accogliere le ambigue lusinghe del cugino Jorge (Francisco Rabal), il simbolo del nuovo che avanza, la nuova borghesia che sta per prendere il posto della decadente classe dei vecchi proprietari terrieri (il passaggio simbolico dal padre Don Juan al figlio Jorge). Vistasi in mezzo all'arrivismo e all'ingratitutine umana, Viridiana sceglie la comodità della sua agiatezza economica alla santità di un percorso di fede che ormai gli appare come il simulacro del vero spirito cristiano. Grandi attori e grande film. Palma d'oro a Cannes in rappresentanza della Spagna.
Kapu
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