giovedì 4 luglio 2013

UNA MORTE DI TROPPO (Claude Chabrol)



Un film di Claude Chabrol. Con Michel Bouquet, Stéphane Audran, Jean Poiret, Lucas Belvaux Titolo originale Poulet au vinaigre. Giallo, durata 110' min. - Francia 1984

Una serie di omicidi sconvolge la provincia francese.
Un paese della provincia francese è sconvolto da una serie di delitti legati a un affare immobiliare. L'indiziato numero uno è Louis Cuno, il postino del paese. A condurre le indagini dalla capitale arriva nella cittadina l'ispettore Lavardin dai metodi poco ortodossi che avrà il suo bel daffare per tentare di districare l'ingarbugliata matassa. 
Claude Chabrol trae la vicenda da un romanzo di Dominique Roulet che firma anche la sceneggiatura. La figura dell'ispettore Lavardin interpretato da Jean Poiret darà origine a una serie di telefilm. Il film conserva personaggi piccoli e meschini tipici della provincia francese. Divertentissimo giallo nello stile più classico del grande regista : borghesia della provincia francese piena di scheletri negli armadi, omicidi, un ispettore alla Maigret, atmosfere alla Simenon e attori eccellenti. Gli ingredienti ci sono tutti, ma siamo in presenza di uno Chabrol più leggero del solito. Sa in partenza di non puntare alla grande opera d’arte ma, come ha spesso raccontato egli stesso, adorava queste trasferte in provincia, la ricerca delle locations, il contatto con le figure locali. Si divertiva e faceva gustosamente divertire il suo pubblico. Altrettanto in sintonia appaiono i suoi attori. L’ « inspecteur Lavardin », interpretato da Jean Poiret, con il suo comportamento al limite del lecito per un poliziotto e la sua aria apparentemente bonaria, compare solo dopo 40 minuti e funziona molto bene, tanto da meritarsi un « sequel » l’anno successivo con l’altrettanto valido « Inspecteur Lavardin ». Non meno convincente la figura della classica madre psicotica, ossessivamente e morbosamente attaccata al figlio, cui da vita Stéphane Audran, ex-moglie di Claude Chabrol e interprete di alcuni tra i suoi capolavori (« Il tagliagole » e « Stéphane, una moglie infedele », entrambi del 1969, « L’amico di famiglia » del 1972, « Violette Nozière » del 1978 e « Betty » del 1992, tanto per citare quelli che considero i migliori). Qui, Stéphane Audran è una povera madre abbandonata dal marito e inchiodata su una sedia a rotelle. Difende la sua casa minacciata da imprenditori senza scrupoli che tentano di sfrattarla, ma è un personaggio completamente fuori di testa. Parla con il marito assente, nel finale incendia la sua stessa casa... Una figura politicamente scorrettissima, come amava crearle quel burlone di Claude Chabrol. Altro attore feticcio del regista, Michel Bouquet è ovviamente perfetto nel ruolo del notaio notabile del paese, perfido e vile.
Kapu

1 commento:

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