Un film di Claude Chabrol. Con Jean-Paul Belmondo, Antonella Lualdi, Madeleine Robinson, Jeanne Valérie Titolo originale A double tour. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 100' min. - Francia 1959
In una lussuosa villa, nei dintorni di Aix-en-Provence, vivono Henri Marcoux, la moglie Thérèse e i due figli, l’inetto Richard ed Elisabeth. Quest’ultima è fidanzata con l’insolente e fascinoso Lazlo. Henri Marcoux ha un’amante, la giovane e affascinante Leda, loro vicina di casa. La relazione è palese e la moglie la subisce pur di salvare le apparenze. Un bel giorno però, Leda viene assassinata...
Dopo l'esordio, l'anno precedente, con Le beau Serge, Chabrol aveva girato l'altrettanto piacevole I cugini ed ora arrivava al terzo lungometraggio con questo soggetto tratto da un romanzo di Stanley Ellin e sceneggiato insieme a Paul Gegauff (già collaboratore per la precedente pellicola). Un cambio di cast (nei primi due film i protagonisti erano i medesimi) ed un approfondimento dei temi della famiglia e soprattutto dell'ambiente domestico borghese sono i due elementi maggiormente evidenti in questo A doppia mandata. Ritratto di borghesia in nero: il giovane Chabrol indaga e analizza con uno sguardo spietato, lucido, glaciale, amarissimo e sconsolato il lento sfasciarsi e disgregarsi di una famiglia come tante, ricca di possedimenti e di averi ma del tutto incapace di restare unita, distrutta da odi, paure, rancori, segreti, inganni e tradimenti per troppo tempo tenuti nascosti ed esplosi improvvisamente in tutto il loro fragore generando dolore e morte. Si è detto e scritto infinite volte che Chabrol realizza grandi film quando affonda il bisturi nei vizi, le debolezze e l’ipocrizia della società di provincia, meglio ancora se si tratta dell’alta o della piccola borghesia. « A double tour » è la prima opera del regista che si addentra in questo campo e la borghesia chiamata in causa è tutt’altro che piccola. Chi sia il colpevole viene immediatamente suggerito. Quel che interessa all’autore è descrivere una classe sociale disposta a dissimulare qualsiasi meschinità pur di assicurare la propria rispettabilità. Gli viene incontro il fior fiore degli attori della « Nouvelle Vague », da Jean-Paul Belmondo a Bernadette Lafont, passando per Madeleine Robinson, che per questa sua interpretazione vinse la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia del 1959. Tornando a Jean-Paul Belmondo, trova qui un ruolo tagliato su misura : strafottente, esagerato, maleducatissimo, tiene banco per buona parte del flm, grazie a quel suo modo di recitare volutamente sopra le righe che ne segnerà il successo. Chabrol pone le basi per molti dei suoi futuri lavori, affrontando apertamente la spietata società odierna ed intessendo una trama sufficientemente 'nera'.
tres
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