Un film di Nanni Moretti. Con Nanni Moretti, Fabio Traversa, Luisa Rossi, Lina Sastri, Glauco Mauri,
Piero Galletti, Susanna Javicoli, Cristina Manni, Simona Frosi, Luciano Agati, Agenore Incrocci, Carola Stagnaro, Lorenza Ralli, Paolo Zaccagnini, Maurizio Romoli, Vincenzo Vitobello, Giorgio Viterbo, Fabrizio De Taddeo, Mauro Fabretti
Commedia,
durata 103 min.
- Italia 1978.
Michele è nevrotico, scontroso, assolutista. Ha una fidanzata, Silvia,
che lavora nel mondo del cinema, e tre amici: Goffredo, svogliato
studente universitario, Mirko, angosciato dal futuro della società e
Vito, pigro impiegato. Il gruppo di amici vive a Roma, facendo cose e
vedendo gente, parafrasando un'ormai frase cult del film, alla ricerca
di una posizione all'interno del mondo che li faccia sentire adeguati e
quanto meno sereni.
È il secondo film diretto e interpretato da Nanni Moretti, dopo Sono un autarchico. È il 1978 quando Moretti dirige Ecce bombo:
sono i difficili e tesi anni di piombo; una settimana dopo la prima
assoluta del film verrà assassinato Aldo Moro. E Moretti, con questo
film che sicuramente rappresenta una delle prove migliori della sua
lunga e prolifica carriera, inizia a indagare la psiche umana e la
società, anzi la psiche umana indissolubilmente legata alla società in
cui vive, con i suoi inevitabili cambiamenti. Con una cifra stilistica
già ben delineata e tratteggiata: una regia rigorosa e asciutta,
un'attenzione particolare all'interpretazione, un inserimento della
storia nel contesto storico, sociale e politico di sempre partecipata
attenzione.
E così Michele Apicella diventa Nanni Moretti: antipatico, asociale,
tendenzialmente polemico e impregnato di mille tic e manie; un uomo che
s'interroga sull'Italia in cui vive, facendone negli anni uno spesso
impietoso ritratto. In Ecce bombo c'è infatti già molto della
poetica morettina: l'abisso generazionale e la conseguente incapacità
comunicativa, un mondo opaco e a volte ambiguo che mal protegge i suoi
abitanti, un'ineluttabile tendenza all'individualismo che dà alle
persone un senso di straniamento e di spaesamento, la già accennata
precarietà, la difficoltà nell'iniziare a vivere in città che lentamente
si fanno metropoli. E così Moretti s'incanala in quella cinematografia
dell'iperrealismo, andando a scavare fra le vie, le pieghe e le piaghe
della società e dell'uomo.
tres
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