martedì 2 luglio 2013

LA SELVA DEI DANNATI (Luis Buñuel)



Un film di Luis Buñuel. Con Simone Signoret, Charles Vanel, Georges Marchal Titolo originale La mort en ce jardin. Drammatico, b/n durata 104' min. - Francia, Messico 1956

Una cittadina brasiliana ingaggia una lotta contro la società mineraria che vuole nazionalizzare i giacimenti. Un prete, una prostituta, un avventuriero e un minatore si rifugiano nella giungla per fuggire alla polizia. La violenza tra i membri del gruppo esplode incontrollata: tenteranno di uccidersi a vicenda.
La selva dei dannati è un’opera nella quale Buñuel analizza con occhio freddo e cinico (ma anche con improvvisi momenti surrealisti) i rapporti umani e le dinamiche sociali di un gruppo male assortito di persone. Un avventuriero, una prostituta, un missionario e un vecchio minatore con la figlia muta si ritrovano insieme dopo essere scappati dalla repressione dei militari, a causa di un tentativo di rivolta compiuto dai cercatori di diamanti del luogo. Fuggono su un battello e poi si perdono nella giungla. La natura, avvolgente e lussuriosa, diventa una sorta di laboratorio-prigione in cui Buñuel può osservare i comportamenti e le psicologie dei vari personaggi. Da prima sembra crearsi tra di loro una sorta di solidarietà, indispensabile per riuscire a sopravvivere in condizioni tanto avverse. Ma nel momento in cui vengono scoperti il resto di un aereo con ancora dei viveri a bordo e soprattutto un sacchetto pieno di diamanti questa parvenza di coesione sociale crolla per far riemergere in maniera selvaggia l’istinto di sopravvivenza e sopraffazione individuale. Inizia quindi un gioco al massacro da cui si salveranno solamente in due. Scomparse le leggi umane quelle della natura si dimostrano casuali e senza nessun controllo. Neanche la fuga in un mondo altro, lontano dalla società e dalle sue regole, sembra essere in grado di cambiare gli istinti individuali e le psicologie dei personaggi, che alla fine diventano simboliche nel rappresentare vari aspetti della condizione umana. Buñuel, partendo da un banale plot d’avventura e rielaborando il materiale narrativo insieme a Raymond Queneau e Luis Alcoriza costruisce una lucida e anarchica riflessione sulla violenza, sulla debolezza dell’animo umano e su quanto il vivere sociale più che una prerogativa dell’animale uomo sia una sua lontana e difficile conquista. Lo sguardo spietato di Buñuel si posa senza moralismi sulla miseria della condizione umana
Kapu

1 commento:

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