Un film di Luis Buñuel. Con Ernesto Alonso, Rita Macedo, Miroslava Stern Titolo originale Ensayo de un crimen. Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 89' min. - Messico 1955
Alejandro ha visto morire, da bambino, la propria governante e ne ha avuto uno shock che lo porta da adulto, a una ossessione omicida nei riguardi delle donne ogni volta che sente la musica di un carillon che suonava anche in occasione di quella prima morte. Accade però sempre qualcosa per cui il suo impulso omicida arriva... in ritardo, ma lui si sente (vuole sentirsi) colpevole
In questo tipo di trama, Buñuel inserisce una serie impressionante di elementi che fanno riferimento all'esperienza surrealista, nonché ad altri film del regista. Il protagonista ricorda il Francisco di El (1953) ed anticipa sia il Don Lope di Tristana (1970) che il Mathieu di Quell'oscuro oggetto del desiderio (1978), nei quali Buñuel ribadisce, fino agli ultimi anni della sua carriera, i concetti che gli sono cari da sempre. La ricerca quasi impossibile e comunque continuamente frustrata della purezza nella figura femminile e l'incapacità di compiere sia l'atto sessuale che l'omicidio (come facce della stessa medaglia) si nascondono dietro alla trama, abbastanza banale, di un giallo all'americana, raccontato quasi per intero in flashback. Si è parlato di importenza del protagonista Archibaldo (chissà perché ribattezzato dai distributori italiani Alejandro, ma chiederselo è ormai una battaglia persa in partenza) e di guasti dell'educazione cattolica, che condurrebbero questo personaggio all'irrefrenabile desiderio di uccidere ed alla consapevolezza, peraltro erronea, di essere un assassino. Per la verità questi elementi sono soltanto presunti ed al massimo desumibili dal testo, ma mai esplicitati da Buñuel, che, al massimo, dissemina di oggettistica religiosa la casa del Nostro. È un po' come se il regista sparpagliasse nel film le tessere di un mosaico, affidando allo spettatore il compito di metterle insieme. Ma il disegno è ben presente nella testa del regista e, comunque si dispongano, le tessere del mosaico sono pur sempre quelle. Uno dei più notevoli esiti nella filmografia di Buñuel durante il suo "esilio" messicano: inventiva surrealista, gusto del paradosso, caustica ironia. Un piccolo capolavoro nel quale il regista colpisce i suoi bersagli con mira infallibile.
Kapu
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