Un film di Aki Kaurismäki. Con Elina Salo, Kati Autinen, Sakari Cuosmanen, André Wilms, Markku Peltola Titolo originale Jurha. Drammatico, durata 77 min. - Finlandia, Germania, Francia 1999
Un film muto, in un magnifico bianco e nero, per raccontare una storia d’amore, tragica e ineluttabile. Una straordinaria prova d’autore firmata Aki Kaurismäki
Dopo un lungo corteggiamento, Juha convince Marja a convolare a giuste e tristi nozze. Insieme, vanno a vivere in una fattoria alla periferia della città lottando ogni giorno contro la povertà. Un giorno arriva Shemeikka, uomo ricco e senza scrupoli, che si è fermato alla fattoria perché in panne con la macchina. L'uomo è attratto da Marja, e alla prima occasione la porta via con sé.
Drammatico, umoristico, tendente al “nero”: la straordinaria prova di un autore davvero diverso e originalissimo, ha stimmate chapliniane. Senza parole, con la sola forza delle immagini. È “Juha”, il nono lungometraggio del finlandese Aki Kaurismäki, laconico autore dal cuore caldo malgrado latitudini ghiacciate e un nichilismo quasi naturale. “Juha” è un melodramma raffreddato che riesce comunque a far esplodere una storia d’amore tragica e ineluttabile. I volti kaurismäkiani trattengono a stento le lacrime, mentre i singhiozzi sono ingoiati dalla scelta stilistica del “muto”, immagini innocenti con le quali il cinema aveva mosso i suoi primi passi. È la quarta trasposizione del romanzo “La schiuma delle rapide” di Juhani Aho, il “Manzoni di Helsinki”, ambientato nel ’700: Kaurismäki lo riadatta alla sua maniera, infiltrandolo di numerose citazioni letterarie e cinematografiche (da Kafka a Sam Fuller). Muto, dicevamo, e rigorosamente in bianco e nero, magico senza bisogno di fuochi d’artificio, antico senza essere retrò. E interpretato da magnifici attori di scuola nordica (asciutta) tra cui i fedeli Kati Outinen (la mai dimenticata “fiammiferaia”), Sakari Kuosmanen, Elina Salo e André Wilms: nuvole in viaggio dentro un universo dove la tenerezza da innamorati di Peynet è costretta a lasciare il campo a uno schiacciante pessimismo a senso unico, con divieto di svolta. Dedicato a Matti Pellonpää (l’amico e compagno di lavoro del regista morto prima del tempo per più che probabili cause alcoliche), il film è stato distribuito dalla Key Films. Un critico ha affermato a proposito di quest'opera (che tra l'altro è l'unico film contemporaneo che ha aperto le Giornate del cinema muto di Pordenone!) : "Possiede il gusto del nitrato d'argento, ricorda il tempo dell'innocenza del cinema". Senza retorica. Senza giochetti intellettualistici. Con una regia impeccabile, ma mai fine a se stessa. Ecco il Cinema di Aki Kaurismaki. Un capolavoro assoluto.
Kapu
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RispondiEliminaBenarrivato LuckyRed!!! :D
RispondiEliminaHo aggiunto il tuo blog nella lista dei miei amici e sono certo che verranno in tanti a trovarti. Complimenti!
Con tantissimo affetto, tuo
ranmafan
Grazie per "l'aggiunta", ranmafan, ricambiamo l'affetto e rinnoviamo il rispetto.
RispondiEliminaBacioni