Un film di Massimo Venier. Con Fabio Volo, Isabella Ragonese, Camilla Filippi, Roberto Citran, Pietro Ragusa, Luciana Littizzetto, Lino Toffolo, Stefania Sandrelli, Jack Perry, Valeria Bilello, Stella Pecollo, Paolo Bessegato, Roberta Rovelli, Anna Stante, Irene Ferri, Micaela Murero, Daniela Dimuro, Nick Nicolosi, Franco Ghibaudi, Hassani Shapi
Commedia, - Italia 2011. - 01 Distribution uscita venerdì 2 dicembre 2011
Giacomo Pasetti ha quarant'anni, molte donne e poca voglia di
impegnarsi. Single a Milano è lasciato malamente dalla fidanzata di
turno che sognava un amore maturo e le chiavi di casa. Abile osservatore
del prossimo ha sempre la battuta pronta e una donna di riserva per
scaldarsi le notti. Intorno a lui, madre, amici e colleghi provano a
responsabilizzarlo, descrivendogli le gioie del matrimonio e della
paternità. Ma niente sembra davvero emozionarlo tranne forse quella
ragazza sconosciuta che ogni mattina incontra in tram e da cui proprio
non gli riesce di staccare gli occhi. Turbato dalla sua grazia racconta a
tutti di essersi finalmente innamorato e legato a una giovane donna di
nome Agnese, quietando per qualche tempo il desiderio di chi lo voleva
accasato. Una mattina però l'ideale Agnese lo inviterà a scendere dal
tram per un caffè rivelandogli di chiamarsi Michela e di essere in
partenza per New York. Dopo una cena e un primo lungo bacio, Giacomo la
raggiungerà a sorpresa negli States per convincerla e convincersi che
forse davvero l'amore 'è una cosa meravigliosa'.
Non è la prima volta che Fabio Volo presta volto e 'anima' a un
protagonista rampante, infedele e persuaso di avere il mondo in mano
almeno fino a quando non scopre di essere malato (Uno su due), non viene scoperto con un'amante (Bianco e nero),
non si scopre innamorato. Nella Milano di Massimo Venier, dove il
regista ha diretto la leggerezza ironica di Aldo, Giovanni e Giacomo, il
personaggio di Fabio Volo è di nuovo un uomo solo, chiuso in un egoismo
prodotto dall'autoaffermazione e da un'eccessiva vocazione alla
menzogna. Giacomo Pasetti mente, non dice la verità o la dice solo in
parte. Non necessariamente per malafede ma perché non ha idee chiare sui
suoi programmi esistenziali e sul modo più giusto di affrontare la
vita. Venditore (di fumo) nato, pratica la 'comunicazione efficace',
indovina quello che gli altri vogliono tacere e raggiunge
immancabilmente l'obiettivo, sorvolando la vita di chi lo ama, passando
oltre il prossimo e trascurando chi è condannato (Silvia) o perdente
(Dante).A farlo 'deragliare' dai binari della pochezza,
convertendolo all'amore, proprio come in un romanzo rosa, sarà la
scettica Michela di Isabella Ragonese, che ha letto i 'classici' e non
crede nel lieto fine, almeno da questa parte dell'oceano. Perché in
America il film di Venier perde il pessimismo e guadagna in euforia e
cliché, 'parafrasando' le convenzioni della commedia americana, dove il
lenzuolo arriva all'altezza delle spalle e uno dei due amanti si imbarca
verso una meta troppo lontana, dove avviene sempre un litigio e
un'incomprensione di troppo fa girare i tacchi a lei e lascia in
silenzio lui, dove ancora una folata di vento trova sempre un messaggero
romantico, una riconciliazione e un happy end. Trasposizione del romanzo omonimo di Fabio Volo, che nel 2007 raggiunse a colpi di aforismi il milione di copie vendute, Il giorno in più
piacerà a chi piace 'ritrovarsi' e identificarsi. Magari proprio con
quel personaggio convinto e sicuro di sé che ha solo desideri e mai
progetti. Un uomo che ha (ancora) paura di crescere e schiva gli impegni
che limitano il suo sfrenato solipsismo, che ha Stefania Sandrelli come
mamma, Hassani Shapi come consigliere, Luciana Littizzetto come
collega, che è un inguaribile narciso e scopre un attimo prima dei
titoli di coda che è la normalità la vera rivoluzione. Se Venier taglia e
'affina' il qualunquismo letterario di Volo, legando in maniera
efficace l'intreccio sviluppato tra Milano e New York, Il giorno in più
resta una commedia conformista che non scontenterà nessuno, secondo un
ecumenismo elementare che scioglie tutti i nodi e mette a posto tutte le
tessere del puzzle.Un film chiuso in se stesso e nel 'Fabio Volo
mondo' come in una sorta di autarchia linguistica e tematica che non
lascia filtrare tracce di mondi altri. Un film assolutorio che celebra
la 'leggibilità' come qualità e infila un dialogo increscioso intorno
agli ebrei, ai nazisti e al gas venefico.
tres
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