giovedì 11 luglio 2013

LADYBIRD LADYBIRD (Ken Loach)


Un film di Ken Loach. Con Crissy Rock, Vladimir Vega, Sandie Lavelle, Mauricio Venegas, Ray Winstone Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 102' min. - Gran Bretagna 1994

Maggie ha avuto una vita piuttosto difficile, nel corso della quale ha messo al mondo quattro figli avuti da quattro uomini diversi, due dei quali di colore. Conosce Jorge, un immigrato sudamericano, e conquistata dalla sua dolcezza, va a vivere con lui. L'assistenza sociale però, intervenuta in seguito a un incendio scoppiato quando i bambini si trovavano soli in casa, scopre le "irregolarità" di questa famiglia. Quindi dichiara Maggie non affidabile, togliendole i figli. 
Il cinema sociale di Ken Loach raramente è stato così intenso e lacerante. E una volta tanto si spoglia di tutte le connotazioni politiche per raccontare la storia di una donna, Maggie, quattro figli da quattro padri diversi e una condotta di vita perlomeno discutibile. E un incidente in cui i suoi figli rischiano di morire mentre lei è a cantare al karaoke determina l'attenzione su di lei dei servizi sociali che le tolgono la custodia di tutti i suoi figli. La cinepresa di Loach è prepotente, fruga nelle emozioni tirate fuori chissà come dall'esordiente Crissy Rock, curiosamente scoperta dal regista proprio in un locale di karaoke .Le sue grida, i suoi pianti, il suo apparire così consumata dal distacco dei propri figli bucano lo schermo. E al di qua dello schermo si rimane inevitabilmente sconvolti perchè non c'è nulla di più crudele che togliere i figli a una madre che li ama. E' la legge, la miopia della burocrazia, l'anelasticità delle normative che male si adattano alla molteplicità di casi umani a cui devono essere applicate. Non c'entra la politica, c'entra la legge che non ammette che qualcuno possa cambiare nel corso della propria vita. Loach da questo punto di vista ci propone un punto di vista abbastanza neutrale perchè non fa nulla per rendere la protagonista più gradevole ai nostri occhi. La storia di Maggie è una storia che può succedere a tutte le latitudini e con governi di qualsiasi orientamento politico. Ha a che fare con lo sfacelo sociale lasciato dal thatcherismo ma la lady di ferro non è mai nominata ,nemmeno suggerita. La storia di Maggie commuove perchè potrebbe succedere a chiunque. E sconvolge perchè è tutto rigorosamente vero. Quando lo si vide al cinema, nel vecchio cinemino d'essai con i sedili di legno uscimmo dalla sala letteralmente sconvolti. Ora lo rivediamo e l'emozione nonostante sono passati più di 15 anni è ancora quella della prima volta. Altra cosa che rende questo film ancora drammaticamente attuale è che la situazione sociale non appare migliorata da quasi vent'anni a questa parte. Nè in Inghilterra, nè qui da noi. E un cinema come quello di Loach che si "limita" (ma è una limitazione per modo di dire ,il suo è un talento cristallino che gli permette di raccontare le varie vicende con stile quasi documentaristico) a filmare la realtà non filtrandola in alcun modo, è oltremodo necessario in un mondo dominato dal disagio sociale e che è sempre alla ricerca di chi racconti la verità..... L’ambientazione, il contesto sociale degradato, la difficoltà quotidiana dell’esistenza delle persone in situazione di disagio, le ingiustizie e i problemi di un sistema che, dopo la “cura” Thatcher e il declino economico, comincia a mostrare preoccupanti segni di tenuta del welfare, sono mirabilmente tratteggiati da un grande regista ancora in grado di colpire nel segno.
pippi

1 commento:

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