domenica 7 luglio 2013

20 ANNI DI MENO (David Moreau)

Locandina 20 anni di meno

















Un film di David Moreau. Con Virginie Efira, Pierre Niney, Gilles Cohen, Amélie Glenn, Charles Berling, Michael Abiteboul, Camille Japy, Louis-Do de Lencquesaing, Arthur Mazet, Camille Pélicier, Jenna Azoulay, Camille Chalons, Aude Pépin, Sophie-Marie Larrouy, Marcella Sbraletta, Ludovic Pinette
Titolo originale 20 ans d’écart. Commedia, durata 92 min. - Francia 2013. - Good Films uscita giovedì 9 maggio 2013.

Alice ha 38 anni, una figlia, un lavoro presso una rivista di moda patinata e nessun bisogno di un uomo. Balthazar ha 20 anni, un padre sciupafemmine e un modo ingenuo e privo di pretese di affrontare la vita. Per Balthazar, Alice è un colpo di fulmine, nonostante abbia vent’anni più di lui. Per Alice, Balthazar è l’opportunità di convincere il suo direttore che non è la borghese complessata che lui crede, e magari di fare un salto di carriera. Dunque Alice finge di avere una relazione da donna cougar con il suo boy toy: reggerà la finzione? E Balthazar starà al gioco, acconsentendo di farsi trattare da giocattolo?
Garbata commedia romantica molto francese basata sul ribaltamento delle convenzioni sociali e delle aspettative di genere e generazionali, 20 anni di meno fa leva tanto sull’interazione fra i personaggi quanto sulla cornice che li incastona e li incasella: la messa in scena della Parigi delle mostre d’arte e delle sfilate di moda, la redazione glamour in cui lavora Alice e la location surreale in cui viene allestito un servizio di moda sono quadri di contemporanea vacuità, gabbie luccicanti di conformismo edificate in celebrazione del culto dell’apparenza. Alice e Balthazar giocano contro ogni possibile stereotipo, sfuggendo alle sbarre strette dei rispettivi ambienti (giacché i corridoi universitari e le feste sballate cui partecipa Balthazar sono altrettanto limitanti) e si scoprono più simili di quanto le loro età e le loro esistenze lasciassero immaginare. Il personaggio che meglio sfugge allo stereotipo resta però il padre di Balthazar, Pierre, interpretato dal bravo attore drammatico Charles Berning, che rivela qui una bella vis comica nel disegnare il ritratto di un eterno adolescente solo apparentemente superficiale e in realtà capace di intuizioni e attenzioni inaspettate. La commedia scorre come acqua fresca, complici i movimenti di macchina fluidi e le frequenti trovate creative (il cartone dei traslochi che “chiude” lo schermo, oscurando la visuale del pubblico) lasciando però pochi sedimenti, a parte alcune battute riuscite (come la definizione metacinematografica di Balthazar: “Un Dujardin rimpicciolito”) e certe ricostruzioni di giungle professionali impietosamente esatte pur nella loro esagerazione surreale. Mancano il guizzo comico e il graffio satirico, solo in parte compensati dall’assenza di volgarità, che è sempre dietro l’angolo quando si parla di una coppia generazionalmente disassortita, e dalla cura quasi maniacale dell’insieme.

tres              

1 commento:

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